Le 3 Regioni a rischio zona rossa: stretta in vista per Puglia, Liguria e Basilicata
Oggi il governo incontrerà i rappresentati delle Regioni: al centro del vertice i parametri che stabiliscono il passaggio di un territorio tra la zona gialla, arancione e rossa. I governatori chiedono di rivedere i 21 indicatori su cui ad oggi si sono basate le decisioni, semplificando il meccanismo con cui vengono introdotte e allentate le misure restrittive per il contrasto dell'epidemia di coronavirus. Ad ogni modo, con il nuovo monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità sulla situazione epidemiologica nel Paese, prima della fine della settimana alcune Regioni potrebbero cambiare colore: Puglia, Liguria e Basilicata sono le Regioni in zona arancione che potrebbero passare alla zona rossa. Invece il Veneto da zona gialla potrebbe entrare nella zona arancione: nelle ultime ore si è parlato di Lazio e (a sorpresa) anche della Sardegna. Su queste ultime due Regioni nulla è chiaro al momento e si ipotizza che possano restare in zona gialla.
Con il prossimo monitoraggio dell'Iss, ora che sono passate due settimane dalla divisione del Paese in tre aree di rischio con restrizioni e divieti diversificati, dovrebbe evidenziare l'incidenza delle misure nel contrasto alla diffusione del Covid-19. L'andamento della curva epidemiologica ha già mostrato i primi segnali di rallentamento, ma la situazione negli ospedali rimane critica. E i morti continuano ad aumentare in maniera esponenziale. Difficile pensare già adesso a un allentamento delle norme anti-contagio. Ciò nonostante alcune Regioni,come Lombardia e Piemonte, hanno chiesto di passare alla zona arancione, dove sono in vigore provvedimenti meno severi.
"È una valutazione che dovremo fare, ci vuole grande gradualità e prudenza, prima le regioni rosse che chiedono di tornare indietro avevano Rt sopra 2, ora è sceso. Sono per consolidare il risultato, non dobbiamo avere fretta. Attenzione, lì si stanno facendo sacrifici ma sono per avere massima prudenza. Lavoriamo perché le misure possano ridursi ma guai ad avere fretta", aveva precisato il ministro della Salute, Roberto Speranza, nei giorni scorsi.