L’avvocata di Patrick Zaki lo incontra in carcere: “Dorme per terra da nove mesi senza materasso”
Per la prima volta, dopo quasi dieci mesi di carcere, l'avvocata di Patrick Zaky, Huda Nasrallah, ha potuto visitare il giovane attivista nella prigione del Cairo dove è detenuto dallo scorso febbraio.
Lo studente dell'università di Bologna ha detto di stare generalmente bene ma ha fatto sapere – per la prima volta – che ha sempre dormito per terra in cella, senza materasso. Ha chiesto quindi una pomata e possibilmente una fasciatore per la schiena per alleviare i dolori provocati dalla posizione scomoda.
"La visita è stata generalmente piacevole, sono stati contenti di poter parlare tra loro per un po' – in presenza di un agente – e lui le ha raccontato un po' della sua situazione", si legge nella pagina Facebook ‘Patrick Libero' curata da alcuni amici e attivisti. "Huda è rimasta sorpresa nel sapere che da quando è stato arrestato dorme per terra, cosa di cui non aveva mai parlato né si era mai lamentato prima, e l'unico motivo per cui lo ha fatto ora è che ha chiesto una pomata e una fasciatura di sostegno per la schiena, visto che soffre di mal di schiena", si legge ancora nel resoconto del colloquio. Di questa circostanza i familiari di Zaki sarebbero stati informati in serata. La sorella del giovane, contattata da Fanpage.it, ha detto di aver saputo dal legale che il fratello è malato.
Secondo gli attivisti, "I genitori di Patrick sono preoccupati perché non si è mai lamentato di questi problemi di salute prima d'ora, ed è noto per non lamentarsi e sopportare il dolore fisico senza chiedere aiuto, il fatto che abbia chiaramente chiesto aiuto ci rende davvero preoccupati per le sue condizioni di salute che potrebbero solo peggiorare con il freddo".
"Il sollievo che deriva dal fatto che Patrick incontri i familiari e oggi anche la sua legale è però molto attenuato, quasi annullato, dai dettagli che poi arrivano da questi incontri. L'idea che Patrick da nove mesi dorma per terra la dice lunga sulle sofferenze aggiuntive che il regime carcerario egiziano produce, oltre al fatto che sta trattenendo un innocente", ha detto all'Ansa Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.
"Ribadiamo la richiesta, ancora una volta, al Governo italiano perché si dia seriamente da fare in vista anche del 7 gennaio, il Capodanno copto. Noi – sottolinea Noury – desideriamo che quel giorno Patrick sia libero per festeggiare il Capodanno con la sua famiglia e che poi i successivi giorni del 2021 li passi dove desidera, magari a Bologna dove lo aspettiamo e lo aspettano in tanti".