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Lavoro, in arrivo stage (a 500 euro) e nuove social cards. Ma solo al Sud

Il ministro per il Lavoro annuncia il piano: un miliardo di euro da destinare al contrasto della disoccupazione under 30. Con la decontribuzione delle nuove assunzioni e con la revisione della flessibilità in entrata. Previsti almeno 100mila nuovi posti di lavoro (tra stage ed assunzioni).
A cura di Redazione
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Dopo qualche settimana di attesa e tra qualche polemica di troppo, comincia a delinearsi il piano per il lavoro del ministro Giovannini. O almeno, cominciano ad essere più chiare le cifre in ballo e le misure programmate dal Governo per tamponare le drammatiche cifre della disoccupazione giovanile (con una media nazionale che resta intorno al 40%). Quanto ai tempi di attuazione ed all'impegno del Consiglio dei ministri, invece, resta più di qualche incognita: per il momento si ipotizza che i punti centrali del provvedimento verranno messi nero su bianco (inclusa valutazione sulla copertura finanziaria) in un Cdm dopo il vertice europeo, dedicato proprio ai temi della crescita e dell'occupazione, del 27 e 28 giugno.

La cifra stanziata dovrebbe essere molto vicina al miliardo di euro e arriverebbe direttamente dai fondi strutturali europei. La metà di questa cifra dovrebbe essere destinata alla decontribuzione delle nuove assunzioni, sulla quale era già intervenuto il Governo Monti, per un piano che potrebbe garantire l'assunzione di circa 50mila giovani. Un'altra quota andrebbe invece al finanziamento dell'imprenditorialità giovanile, con la previsione di affidare ad Italia lavoro la gestione di una serie di stage e tirocini formativi di 6 mesi (e con la retribuzione di 500 euro al mese), che potrebbe "consentire l'accesso al mercato del lavoro di circa 60 mila giovani". Una ultima tranche, di meno di 200 milioni di euro potrebbe essere riservata alla "riesumazione della social card", che servirebbe come misura tampone di contrasto alla povertà e riguarderebbe anche famiglie a basso reddito.

Va chiarito però che si tratterà di provvedimenti che riguarderanno esclusivamente il Mezzogiorno d'Italia, con le Regioni meridionali che si troveranno così a gestire più o meno direttamente la parte dei fondi strutturali europei destinata al contrasto alla disoccupazione. Tutto ciò nonostante le polemiche dei Governatori delle regioni settentrionali, la cui inclusione nel programma richiederebbe almeno un altro miliardo di euro: cifra che, come ammesso piuttosto esplicitamente dallo stesso Giovannini, non è attualmente nelle disponibilità del Governo.

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