Lavoro, Bombardieri (Uil): “Le chiamano morti bianche ma sono omicidi. Suviana? C’erano irregolarità”
Dopo il disastro alla centrale idroelettrica di Suviana sale a quasi 200 morti il bilancio delle vittime sul lavoro nel nostro Paese dall'inizio dell'anno. Anche per questo motivo Cgil e Uil ieri hanno proclamato uno sciopero nazionale di quattro ore per tutto il settore privato e di otto ore per l'edilizia. Migliaia di lavoratori hanno incrociato le braccia per chiedere al governo interventi in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Questioni che si fanno ancora più urgenti all'indomani della tragedia che ha coinvolto l'impianto bolognese.
Sulla vicenda il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri non nasconde le sue perplessità in un'intervista a Fanpage.it: la sequenza di eventi che sembra ripetersi ogni volta che si verifica un incidente sul lavoro è sempre la stessa: i riflettori si accendono sul tema, la propaganda politica se ne appropria ma gli interventi finiscono per non essere mai sufficienti.
Segretario, lei ha dichiarato che nel 2022 i vostri rappresentanti avevano segnalato la presenza di alcune problematiche relative alla sicurezza dell’impianto di Suviana. Di cosa si trattava?
I nostri rappresentanti sono intervenuti in quel sito per verificare quali fossero i criteri di sicurezza e rilevare eventuali irregolarità. C'è un'indagine in corso e per questo motivo non voglio entrare nello specifico, ma da giugno a settembre noi avevamo inoltrato delle segnalazioni in merito ad alcune irregolarità nella centrale idroelettrica bolognese e richiesto degli interventi. Se la magistratura ce lo chiederà siamo pronti a depositare la nostra documentazione.
Quanto ha influito la logica degli appalti nell'incidente di Suviana?
Bisognerà verificare dall’indagine che è ancora in corso e dai rilievi tecnici, ma c’è un dato oggettivo che riguarda tutte le grandi stragi che si sono registrate nel nostro Paese: spesso queste tragedie hanno a che fare con subappalti a cascata e con la gestione di servizi che viene affidata ad aziende non sempre al massimo della preparazione.
Per Salvatore Bernabei, l’amministratore delegato di Enel Green Power, l’azienda che gestisce l'impianto della diga (e che aveva affidato i lavori di aggiornamento tecnologico a Siemens, Abb e Voithl), le società selezionate erano le "migliori nel campo dell’elettrico e dell’idroelettrico". Eppure voi avevate riscontrato delle irregolarità.
Quando succedono tragedie come questa spesso si scopre che interi pezzi di lavoro e di gestione della sicurezza erano stati affidati in subappalto ad altre aziende. È successo con la strage sulla linea ferroviaria di Brandizzo ed è accaduto a Firenze. Vedremo se ci sono anche qui. La domanda che poniamo è questa: siamo sicuri che le aziende a cui vengono subappaltati i lavori siano preparate per quel tipo di interventi? Siamo sicuri che le condizioni di sicurezza obbligatoria siano state espletate prima di far entrare i lavoratori in quel sito? Spesso quelle che vengono chiamate morti bianche o incidenti, sono in realtà omicidi. Quando i dispositivi di sicurezza vengono manomessi per accelerare i processi produttivi o per consegnare prima un prodotto non parliamo di morti bianche, ma di morti sporche di sangue.
In Italia, è noto, c'è un problema di sicurezza sul lavoro. Solo dall'inizio di quest'anno si contano già quasi 200 morti. Che cosa non sta facendo la politica?
Non sta rispondendo alle richieste e alle rivendicazioni del sindacato: quelle di aumentare gli ispettori e le ispezioni. Questo governo ha investito solo 2 milioni di euro dal 2024 al 2026 per assumere 276 ispettori. Però ha trovato 600 milioni per dare una risposta agli agricoltori in protesta. Questo governo, in particolare, non sta applicando le normative previste per il pubblico impiego anche nel settore privato.
A cosa si riferisce?
Nel pubblico impiego quando si fanno degli appalti e dei subappalti subentra la responsabilità del committente, l’obbligatorietà del rispetto dei contratti e delle norme sulla sicurezza. Questa normativa purtroppo non viene applicata nel settore privato ed è stata modificata da questo governo.
Come accaduto a Brandizzo e a Firenze, spesso i riflettori sui problemi legati alla sicurezza sul lavoro si accendono nel momento in cui accadono delle tragedie. La soluzione adottata negli ultimi anni dalla politica è stata quella di inasprire pene e sanzioni per le imprese irregolari. Perché non si interviene prima?
Quel che riscontro è un sostanziale allentamento dell’applicazione del decreto 81, il Testo unico sulla sicurezza, una normativa importante in materia di tutela aziendale pubblica e privata. Al momento infatti, a quella legge mancano 20 decreti attuativi che la politica e i governi non hanno mai applicato.
Ieri Cgil e Uil hanno indetto uno sciopero a sostegno della sicurezza sul lavoro. Che cosa chiedete al governo e che cosa vi aspettate?
Chiediamo maggiore attenzione sui temi della sicurezza. Innanzitutto vorremmo che venisse sottolineato un principio fondamentale come quello del rispetto della vita. Un aspetto questo, che dovrebbe essere condiviso da tutte le forze politiche. Invece noto con grande rammarico che la politica si divide pure su questioni come queste. Come più volte ribadito inoltre, chiediamo al governo Meloni il rispetto della stessa normativa sulla sicurezza prevista per il pubblico impiego anche nel privato. Abbiamo più volte sollecitato i governi sulla necessità di disporre di una banca dati unica che metta in collegamento tutti gli istituti che si occupano di prevenzione e di un maggiore coordinamento tra le strutture che si occupano della sicurezza sul lavoro. Da questo punto di vista la politica non ha mai dato risposte sufficienti.
Sono previste altre mobilitazioni?
Sabato 20 aprile ci sarà una grande manifestazione a Roma nella quale i temi saranno quelli della sanità. Ma quando si parla di sanità si parla anche di sicurezza. Basta pensare agli Spresal – il Servizio Prevenzione e Sicurezza del Lavoro – strumenti con cui le Asl intervenivano sulla sicurezza e prevenzione sul lavoro che durante il Covid sono stati sostanzialmente dismessi per poi non essere giù recuperati.
Da questo punto di vista i sindacati come possono fare la differenza?
Le organizzazioni sindacali devono svolgere il loro compito: studiare lo stato della sicurezza nel lavoro attraverso i propri rappresentanti, collaborare con i responsabili del servizio prevenzione e protezione per risolvere i problemi e denunciare le inadempienze. Bisogna che tutti facciano di più.