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Lavoro, assunzioni in calo del 30%, mentre i licenziamenti crescono del 7,4%

Secondo i dati del Ministero nel secondo trimestre di quest’anno, sono state registrate nel complesso 2,45 milioni di attivazioni di contratti di lavoro a fronte di 2,19 milioni di cessazioni.
A cura di C. T.
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Conferenza stampa del ministro Poletti su lavoro giovanile

Non ci sono buone notizie nel report sul mercato del lavoro pubblicato dal ministero. Nel secondo trimestre di quest'anno, sono state registrate nel complesso 2,45 milioni di attivazioni di contratti di lavoro a fronte di 2,19 milioni di cessazioni. La maggioranza di queste ultime sono dovute al termine del contratto a tempo determinato (1,43 milioni), ma ci sono in aumento quelle promosse dal datore di lavoro (+8,1%). Si sono ridotte, invece, quelle chieste dal lavoratore (-24,9%). A crescere, in particolare, sono stati i licenziamenti, che sono 221.186, 15.264 in più rispetto al secondo trimestre 2015 (e +7,4% sul secondo trimestre 2016). In calo considerevole le dimissioni (293.814, -23,9%) e i pensionamenti (13.924, -41,4%).

Le uscite per pensionamento sono crollate in particolare per le donne (registrando un -47%), probabilmente anche a causa della stretta sui requisiti per la pensione di vecchiaia che sono scattati quest’anno. Il calo era stato più forte nel primo tremestre, dove era stato del 64,9% (con un numero di cessazioni per pensionamento al femminile pari a 3.169).

La forte riduzione degli incentivi fiscali legate alle assunzioni stabili ha determinato anche un deciso calo nei nuovi conratti a tempo indeterminato. Nel secondo trimestre del 2016 le attivazioni sono state 392.043, il 29,4% in meno rispetto all'anno scorso (-163.099). I rapporti di lavoro a tempo indeterminato cessati sono stati 470.561, con un -10% rispetto allo stesso periodo del 2015. Un dato che, a differenza di quello dell'Inps, tiene conto di tutto il lavoro dipendente e comprende quindi domestici, agricoli e anche dei contratti di collaborazione.

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