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Lavitola è tornato in Italia. Ed è già in carcere a Poggioreale

L’ex direttore dell’Avanti è arrivato questa mattina a Fiumicino. Ad attenderlo gli agenti della Polizia di Frontiera. L’uomo è stato condotto nel carcere napoletano di Poggioreale.
A cura di Alfonso Biondi
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L'ex direttore dell'Avanti

Valter Lavitola è tornato in Italia. Il suo aereo, partito da Buenos Aires, è atterrato all'aeroporto di Fiumicino alle 6.41 di questa mattina. Ad attenderlo gli agenti della Polizia di Frontiera, che, dopo averlo prelevato, lo hanno condotto negli uffici della Polizia giudiziaria, dove si è proceduto alla notifica degli atti. L'ex direttore dell'Avanti è poi stato condotto nel carcere di Poggioreale, a Napoli.

Folla curiosa- Lavitola, che aveva annunciato nei giorni scorsi di voler tornare in Italia per costituirsi, ha quindi mantenuto la parola data. "Ho paura della prigione ma non ne posso più"- aveva detto prima di partire dalla capitale argentina. L'uomo era latitante in Sudamerica dal 14 ottobre 2011. L'ex direttore dell'Avanti, probabilmente provato dal lungo viaggio, è parso molto teso. Gli uomini della Polizia di Frontiera e della Guardia di finanza lo hanno "protetto" dalla folla, che, visto il gran movimento, era curiosa di sapere chi fosse arrivato. Il faccendiere è poi stato portato negli uffici della Polizia giudiziaria.

Le accuse per Lavitola- Su Lavitola pende un mandato d'arresto emesso dalla Procura di Bari. L'ex direttore dell'Avanti è accusato dalla procura pugliese di aver indotto l'imprenditore Gianpaolo Tarantini a rendere dichiarazioni false alle autorità giudiziarie. Tarantini, nello specifico, ebbe a dire che Berlusconi non sapeva che le ragazze che portava alle sue cene erano escort. Lavitola risulta anche essere indagato dalla Procura di Napoli: in questo caso le accuse sono quelle di rivelazione di segreto d'ufficio e concussione nell'ambito dell'indagine sulla P4, di frode fiscale in relazione ai 23 milioni di contributi pubblici incassati dall'Avanti, di corruzione in un'indagine riguardante Finmeccanica. A Roma, invece, è indagato per estorsione nei confronti dell'ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Per Lavitola, poi, è spuntata anche l'accusa di corruzione internazionale: il riferimento, nello specifico, riguarderebbe un presunto giro di tangenti a politici panamensi per la costruzione di carceri.

Le nuova accusa di corruzione internazionale- Nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Dario Gallo si legge che dalle prove acquisite dai pm napoletani "emerge chiaramente, a livello di gravità indiziaria, il coinvolgimento, oltre del Lavitola nel ruolo di intermediario, del Presidente di Panama Martinelli e di uomini del suo governo nel mercimonio" legato alla costruzione di carceri. L'ammontare dell'appalto in questione era di circa 176 milioni di euro. Martinelli avrebbe ricevuto da un imprenditore la promessa di un elicottero da 8 milioni di euro. La trattativa, poi, sarebbe saltata dopo il coinvolgimento di Lavitola nell'inchiesta.

La sorella di Lavitola: "Chiese 5 milioni a Berlusconi"- Diverse novità sulle attività di Lavitola sono venute fuori durante l'interrogatorio di sua sorella Maria. La donna ha raccontato che il fratello avrebbe avuto intenzione di chiedere a Silvio Berlusconi 5 milioni di euro per tacere su tutto ciò che sapeva e che avrebbe potuto mettere nei guai il Cavaliere. Raffaele Panico, giornalista dell'Avanti, ha poi rivelato ai pubblici ministeri di essere stato costretto ad inviare all'estero alcune somme di denaro, che il giornale aveva ottenuto a titolo di fondi per l'editoria.

Ordinanza di custodia cautelare per il senatore De Gregorio- Il gip del Tribunale di Napoli- su richiesta dei  pubblici ministeri Curcio, Piscitelli, Woodcock e del procuratore aggiunto Greco- ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti del senatore del Pdl Sergio De Gregorio. Il senatore risulta essere indagato nell'ambito di un'indagine sui contributi all'editoria nella quale è coinvolto anche Valter Lavitola. La misura è stata inviata alla giunta per le autorizzazioni di Palazzo Madama. "Sono a totale disposizione dei magistrati. Mi difenderò anche davanti alla Giunta per le immunità del Senato e se ho sbagliato pagherò"- ha dichiarato De Gregorio.

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