Per far tacere le sue scomode inchieste giornaliste che raccontavano gli scenari inconfessabili degli affari italiani a Panama, Valter Lavitola sarebbe arrivato a proporre al giornalista spagnolo autore di quelle inchieste, Joan Soles Boladeres, corrispondente di alcune testate del gruppo ‘El Paìs’, ben 100.000 euro in contanti. Ed in più un contratto con un giornale italiano per circa 10.000 euro al mese. Cifre astronomiche per il settore. Il tentativo di corruzione sarebbe avvenuto nella primavera del 2013, mentre Lavitola era agli arresti domiciliari nella sua abitazione romana, e Boladeres tentava di intervistarlo, grazie all’intercessione di uno dei legali dell’epoca dell’ex direttore dell’Avanti. Un’intervista mai pubblicata, perché il cronista fu pregato di consegnare registratore e telefonino, e non se la sentì di utilizzare le dichiarazioni raccolte a penna.
Boladeres, Lavitola disse: "Ho preso 8 milioni per far cadere Prodi"
Lo ha raccontato stamane Boladeres nel corso dell’udienza del processo in corso a Napoli per la compravendita dei senatori, che vede imputati Silvio Berlusconi e Lavitola. Interrogato dal procuratore aggiunto di Napoli Vincenzo Piscitelli, il cronista spagnolo ha precisato che il tentativo di corruzione, da lui rifiutato (“non accetto soldi che non siano frutto del mio lavoro”) fu accompagnato da parole da lui interpretate come una sorta di minaccia: “Lavitola mi disse che le mie inchieste stavano toccando interessi molto potenti, per i quali qualcuno avrebbe potuto ammazzare”. Lavitola avrebbe inoltre detto al giornalista: "Diedi 8 milioni di euro a De Gregorio per far cadere Mortadella", con riferimento all'ex premier Romano Prodi.
Il giornalista spagnolo ha svolto diverse inchieste sugli affari delle imprese italiane a Panama
Boladeres ha spiegato ai giudici della prima sezione del Tribunale – presidente Serena Corleto – di aver svolto diverse inchieste giornalistiche sugli affari delle grandi imprese italiane a Panama e di aver cercato di contattare Lavitola, uno degli intermediari di quegli appalti, per un approfondimento giornalistico. L’incontro tra i due produsse le circostanze riferite stamane in aula. Sentitosi minacciato, Boladeres preferì in seguito dimettersi dall’incarico e rinunciare a proseguire le sue inchieste. Il 25 giugno gli avvocati difensori di Lavitola, Maurizio Paniz e Antonio Cirillo, e quelli di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Michele Cerabona, potranno controinterrogare il cronista.