Laura Boldrini: “L’ondata di violenza contro di me è frutto di una strategia messa in atto da Lega e M5S”
Laura Boldrini è stata presidente della Camera dei deputati per 5 anni, dal 2013 al 2018. Nel corso di questi anni, ha ricevuto insulti e minacce di ogni tipo e si è trovata costretta a fronteggiare l'ondata di odio ricorrendo a denunce e alla giustizia ordinaria. Lo scorso anno, Laura Boldrini ha iniziato a pubblicare gli screenshot dei vari insulti ricevuti in rete e a denunciare gli autori delle minacce e il prossimo 17 settembre a Savona avrà luogo uno dei primi processi, che vede sul banco degli imputati il sindaco leghista di Pontivrea, Matteo Camiciottoli, rinviato a giudizio rinviato a giudizio per essersi augurato che uno degli immigrati accusati di uno stupro a Rimini venisse messo ai domiciliari a casa dell'allora presidente della Camera Laura Boldrini, per "mettergli il sorriso". In un'intervista concessa all'agenzia di stampa Agi, l'ex presidente della Camera ha a lungo parlato dell'odio in rete e analizzato le radici del fenomeno:
"Questa grande ondata di violenza che mi è stata scaricata addosso è stata frutto di una strategia politica, messa in atto sia da M5s sia dalla Lega. Per quanto riguarda M5s, tutto è partito nel 2014, quando Beppe Grillo mise nel suo blog un video che sembrava innocente con una mia sagoma in cartone messa in un taxi, che culminava con la domandina ‘che cosa faresti alla Boldrini in macchina?‘. Quella domanda scatenò un mare di sconcezze, di volgarità e di minacce ai miei danni. Questo evento viene raccontato anche nel libro ‘Supernova" scritto da Nicola Biondo, allora capo della comunicazione di M5s alla Camera. Scrive di aver avuto un colloquio con Casaleggio, nel quale si dissociò da questa operazione a causa della violenza scatenata dalla stessa. Casaleggio gli rispose che avevano sbagliato, ma solo nella misura in cui il Movimento si era reso palesemente artefice dell'iniziativa. Secondo lui, infatti, bisognava testare gli umori della Rete, ma sarebbe stato meglio farlo sottotraccia e non in chiaro come fece Grillo".
Un esperimento sui social, con lei come cavia?
"Non c'è dubbio. Da quel momento la mia persona fu oggetto di attacchi di ogni tipo. In ogni caso mi fa piacere che Biondo si sia dissociato e abbia sentito il bisogno di scriverlo. So che avrebbe voluto inviarmi un biglietto di scuse e che poi ha desistito. Consideri le sue scuse accettate, spero di poterlo incontrare presto".
Gli attacchi rivolti a lei sui social e altrove sono stati una delle prime cose su cui M5s e Lega sono andati, in qualche modo, d'accordo. Pensa di avere involontariamente accelerato l'avvicinamento tra chi ora e' assieme al governo?
"L'accordo tra M5s e Lega è nato sulla Rete prima che in Parlamento, nel momento in cui cominciarono a prendere di mira le stesse persone. Un'alleanza testata sui social, che nasce digitale e diventa politica".