L’aumento di stipendio per i dipendenti pubblici con il nuovo taglio del cuneo fiscale
Dai 48 ai 65 euro in più in busta paga per oltre due milioni di dipendenti pubblici, grazie al nuovo taglio del cuneo fiscale deciso dal governo Meloni con il decreto Lavoro. Il provvedimento, approvato lunedì primo maggio dall'esecutivo, prevede un intervento importante sul cuneo contributivo (ma non il più importante degli ultimi decenni, come ha detto Meloni). Secondo i conti effettuati dal Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Commercialisti per quotidiano Il Messaggero, che ha incrociato i dati della Ragioneria generale dello Stato nel conto annuale del Tesoro e i numeri del taglio effettuato dal governo Meloni, l'intervento avrà un impatto importante anche su dipendenti della Pubblica amministrazione.
A beneficiare del taglio e ricevere gli aumenti di stipendio saranno 2,2 dipendenti pubblici, divisi nei quattro comparti: funzioni centrali, funzioni locali, sanità e istruzione. Nei ministeri toccherà principalmente ai lavoratori di prima e seconda area, che hanno gli stipendi più bassi e quindi compresi nelle fasce su cui va ad insistere il taglio del governo Meloni: i primi hanno un reddito annuo lordo di circa 25mila euro, e riceveranno un aumento netto di circa 55 euro; i secondi hanno un reddito annuo lordo di circa 29mila euro, e riceveranno un aumento netto di circa 61 euro in busta paga. E ancora: per le Agenzie fiscali la riduzione del cuneo premierà solo i pochi dipendenti della prima area, che riceveranno un aumento di circa 64 euro.
Secondo quanto segnala il quotidiano romano, però, gran parte degli aumenti saranno concentrati nei settori del pubblico impiego dove gli stipendi sono più bassi, ovvero scuola e sanità. La retribuzione media di oltre un milione di insegnanti è leggermente inferiore a 30mila euro lordi, per loro arriverà un aumento di circa 58 euro. In media i dipendenti della sanità pubblica guadagnano poco più di 31mila euro, per loro l'aumento sfiorerà i 60 euro mensili. Infine per i dipendenti di Inps e Inail arriveranno gli aumenti maggiori, visto che le retribuzioni sono in media più alte ma sotto ai 35mila euro: circa 65 euro in più netti in busta paga.