L’attivista trans Porpora Marcasciano: “Renzi fa giochi di potere per svuotare di senso il ddl Zan”
Martedì 13 luglio il voto sul Ddl Zan è calendarizzato in Senato. Ma se Partito democratico, Movimento 5 Stelle e Liberi e Uguali sono compatti nel votare il testo così com'è, hanno fatto molto discutere le proposte di modifica da parte di Italia Viva, che vorrebbe tornare al Ddl firmato da Ivan Scalfarotto. Tra le modifiche proposte dall'emendamento Faraone – Cucca, l'eliminazione della formula ‘identità di genere' dal testo: un cambiamento considerato inaccettabile e insostenibile non solo da Alessandro Zan, ma anche dal movimento transfemminista. Ne abbiamo parlato con Porpora Marcasciano, scrittrice, attivista storica del movimento transgender sin dagli anni '70 e presidente del MIT – Movimento Identità Trans.
Perché togliere la dicitura ‘identità di genere’ dal Ddl Zan è un attacco alle comunità LGBTQI+?
Il discorso è molto complesso, l’attacco al Ddl Zan è totale. Ora si sono appigliati all’identità di genere, ma da parte delle destre e della Lega il disegno di legge è sempre stato osteggiato nella sua complessità. Al blocco leghista e di destra, che possiamo anche comprendere perché hanno valori diversi dai nostri, si è aggiunto poi il giochino del potere: mi riferisco a Italia Viva e Matteo Renzi, che in questo è molto bravo. Pur di essere al centro si è unito a quella parte di destra, foraggiato anche dal femminismo della differenza, le cosiddette Terf (Trans-exclusionary radical feminism, N.d.R.), che sono di principio contro le persone trans. C’è stata quindi questa collusione tra destre, parte del fondamentalismo cattolico, parte del femminismo e Matteo Renzi. Una miscela tragica. Si sono impuntati sull'identità di genere, che riguarda la percezione di sé e del proprio essere, e che in tutti i trattati scientifici è chiamata in questo modo. Le femministe essenzialiste – che sono una minoranza nel movimento – hanno animato una battaglia in tutto il mondo, che in Italia è stata abbastanza cruenta, contro le persone trans. Invito tutti ad andare a leggere le loro posizioni, fanno rabbrividire: ci considerano patologiche – anzi patologici secondo loro – e disturbate psicologicamente. Danno per scontato che il genere riguardi solo maschi e femmine. Io la domanda la pongo a tutti: noi, sotto quale cappello ci inseriamo se non è l’identità di genere? Non lo so se nel 2021 possiamo tornare a fare discorsi di 50 anni fa. Non lo faremo passare, a mali estremi, estremi rimedi, ci andremo a legare con le camice di forza in piazza Montecitorio. Abbiamo pagato con carcere, manicomi, violenza, e non vogliamo sentire queste signore alto borghesi che non sono mai uscite dai loro salotti, parlare di genere e identità di genere.
C'è poi anche l'osteggio del Vaticano.
C’è la parte cattolica, che da quando ha inventato l’ideologia gender inserendola nel Lexicon, ha preso a pretesto il genere come uno dei nemici principali delle famiglie, dell’infanzia, della stessa società per com’è strutturata. Nessuno ha mai capito però in cosa consiste questo pericolo. Se si ascoltano alcuni politici di destra quando parlano del gender, non sanno nemmeno cosa significa, ma neanche la traduzione. Ormai sono anni che parlano di questa teoria, da cui sembra che abbiamo una lobby che cospira a livello mondiale per demolire i cardini della società. Sono cose dell'altro mondo, altro che i complottisti. Ma noi il Ddl Zan così com’è modificato non lo faremo comunque passare, perché diremo no, e come noi lo faranno molti politici. Il movimento Lgbt+ è più unito che mai in questo periodo storico. Poi faremo i dovuti conti politici, sociali, culturali, su quanto sta succedendo e succederà. In questi giorni io e altre rappresentanti del mondo trans, siamo state contattate in maniera sotterranea da aree politiche di Italia Viva, per mediare. Questo vuol dire due cose: sono in difficoltà e sentono il peso della responsabilità che si stanno prendendo. E la mediazione per loro sarebbe togliere dal Ddl Zan ‘identità di genere' e farla diventare ‘identità trans'. Questo è l’ammorbidimento che chiedono.
Un attimo: ci stai dicendo che siete state contattate sottobanco da Italia Viva per trovare una mediazione sul Ddl Zan?
Alcune di noi sono state contattate da personaggi illustri ed eminenti di Italia Viva – di cui non voglio fare i nomi – che cercano di spaccare il fronte del movimento, che mai come in questi anni è stato così forte e unito. Togliere l'identità di genere dal Ddl, svuota di senso la legge perché elimina le persone più colpite da odio e violenza. Non dimentichiamoci che l'Italia è al primo posto in Europa per omicidi e crimini contro le persone trans, ed eliminare quella dicitura avalla tutto questo. ‘Identità trans' è stata consigliata a Italia Viva dalle Terf per mantenere intatta ‘l'integrità della donna', ma con identità trans si dice tutto e non si dice nulla. Le persone trans in Italia non cambiano nome, aspetto, documenti, in un giorno, non è uno scherzetto. Ci sono tribunali dietro, perizie, psicologi e psichiatri. Se una persona non è in questo percorso, non lo è ancora, o altro, non rientra in nessuna categoria.
Perché in Italia la classe politica e dirigente fa ancora fatica a riconoscere il tema dell'identità di genere?
Non dimentichiamoci che l'Italia ha l'ingerenza del Vaticano e non è uno stato laico. E da quando nel 2005 nel Lexicon è stata inserita quella fantomatica teoria gender di cui non si era mai parlato prima, è diventata lo spauracchio numero uno. Era l'epoca di Ratzinger, di Ruini. Adesso non si può nominare una parola nelle scuole che subito intervengono presidi, comitati dei genitori, che dicono che noi andiamo a fare lezioni negli istituti e formazione, ma si tratta di una falsità totale.
Si parla spesso di emendare e modificare la legge Zan eliminando parti scomode alla destra. C’è invece qualcosa che potrebbe essere aggiunto, un altro passo in avanti che si sarebbe potuto fare per rendere la legge ancora più inclusiva?
Ovviamente abundare è meglio che deficere. Ma in Italia siamo abituati a un discorso che va al ribasso e non al rialzo, perché il livello dei politici è purtroppo molto terra terra. Basta sentire Faraone, che è il capogruppo di Italia Viva al Senato, cosa dice delle persone trans. Cose completamente contrarie al discorso scientifico. I politici italiani sono così ignoranti che non è nemmeno una questione ideologica spesso, ma proprio di ignoranza. Capisco la Lega, che ci sta che sono contro di noi. Ma questi di Italia Viva, sentirli parlare è di una bassezza assurda. Tornando al discorso di prima, nel Ddl Zan ciò che si sarebbe potuto aggiungere è la questione della prevenzione della violenza attraverso l’educazione negli istituti preposti, e una facilitazione nell’inserimento lavorativo, che non c’è. Anche questa è violenza, perché se ti escludono dal mondo del lavoro c’è un pregiudizio, lo stesso pregiudizio che arma le mani degli assassini e dei violenti. Il dibattito politico però in Italia è viziato di fondo, sia per l'intromissione del Vaticano, sia perché di alcune cose non si può parlare perché non portano voti. Il Ddl Zan è un azzardo, ormai sono anni che si parla di legiferare per arginare la violenza e i crimini d'odio. Ce lo chiede anche l'Europa ma l'Italia fatica, così come è successo con le unioni civili, che ci abbiamo messo vent'anni per ottenere. E sarà così anche per il Ddl Zan. Abbiamo dei politici che non hanno né lungimiranza né buonsenso ma sono, come dice Battiato, parassiti senza dignità, che si permettono di legiferare e parlare sulla vita delle persone, in questo caso oltre 400mila, che subiscono ogni giorno la violenza.
Come comunità trans qual è il messaggio che volete mandare al Governo?
Noi da 40 anni in Italia stiamo portando avanti una battaglia per i diritti civili, sociali e umani, che sono tutti e tre intrecciati. Il nostro è un percorso di emancipazione dal quale è impossibile retrocedere. Secondo una stima dell'Iss aggiornata solo al 2019, in Italia ci sono oltre 400mila persone trans. Chiudiamo occhi su questa realtà, facciamo finta che non esista quando è lo stesso discorso scientifico che ne parla ed è molto più avanti dei politici? Al governo e ai parlamentari chiediamo semplicemente di adeguarsi ai tempi e guardarsi intorno, soprattutto ai paesi cosiddetti avanzati e civili, le democrazie di cui tanto si sciacquano la bocca. Dare a noi non significa togliere ad altri, significa dare a noi e a una società più bella.