Latino alle medie, Bibbia alle elementari, e addio alla geostoria: la nuova scuola di Valditara
Il sistema scolastico italiano si prepara a una trasformazione profonda che punterebbe a valorizzare le radici culturali, a migliorare le competenze linguistiche e a offrire un’educazione più in linea con le esigenze contemporanee. La riforma delineata dal Ministero dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che sarà ufficializzata entro marzo per entrare in vigore nell’anno scolastico 2026- 2027, vuole segnare una svolta nell’approccio didattico, con un focus sulle discipline umanistiche, sulla storia intesa come narrazione delle radici occidentali e sull’inclusione delle esigenze locali nel dimensionamento scolastico.
Le principali novità nei programmi scolastici dal 2026/2027
Tra le principali novità, il ritorno, nelle scuole medie, del latino, che smette di essere una materia extracurricolare per diventare curricolare, anche se opzionale, con un’ora a settimana a partire dal secondo anno. Si punta inoltre a rilanciare lo studio della Bibbia, della mitologia e dell’epica classica sin dalle scuole elementari, strumenti che per lo stesso ministro sono "fondamentali per rafforzare la conoscenza delle radici culturali e il gusto per la lettura". Ma non si tratta solo di recuperare il passato: la Commissione che ha supportato il Ministero dell’Istruzione ha previsto l’introduzione di strumenti moderni, come graphic novel, romanzi a fumetti e la visione di film, per rendere lo studio "più coinvolgente e stimolare la comprensione".
Accanto a queste novità sul fronte umanistico, la riforma abbandona l’approccio della geostoria per separare nuovamente lo studio di storia e geografia, riportando quest’ultima su temi ambientali e territoriali, mentre la narrazione storica sarà "libera da sovrastrutture ideologiche, con particolare attenzione alla storia italiana, europea e occidentale".
Parallelamente, ieri, 14 gennaio 2025, il Consiglio dei ministri ha approvato nuove misure sul dimensionamento scolastico, pensate per garantire una maggiore flessibilità organizzativa e "salvaguardare le esigenze di territori specifici". La possibilità di istituire classi con un numero ridotto di studenti e il sostegno al personale Ata sono solo alcune delle proposte offerte alle Regioni che rispetteranno i termini per la riorganizzazione della rete scolastica.
Questa riforma, fortemente voluta da Giuseppe Valditara, si propone di costruire una scuola più moderna e radicata nella tradizione: "Negli ultimi due anni, in particolare l'attenzione si concentrerà sui popoli italici, le origini e le vicende dell'antica Grecia e di Roma, le loro civiltà, i primi secoli del Cristianesimo", ha dichiarato il ministro.
Il ritorno del latino nelle scuole medie
La grande novità della riforma riguarda il reinserimento del latino nel curriculum delle scuole medie. Questa disciplina, spesso relegata a percorsi extracurricolari, diventa ora una materia curricolare opzionale con un’ora a settimana a partire dal secondo anno. L’obiettivo vuole essere quello di migliorare le competenze linguistiche e far riscoprire ai giovani una lingua fondamentale per la comprensione delle radici culturali europee. Come spiegato dallo stesso Valditara, “il latino torna ad assumere un ruolo strategico” nell’educazione scolastica, offrendo agli studenti un’opportunità unica per approfondire le basi della grammatica e della sintassi italiana.
La Bibbia e le radici culturali occidentali
Per rafforzare l’identità culturale e le conoscenze delle radici della nostra società, la riforma introduce lo studio della Bibbia già a partire dalla scuola primaria: insieme all’epica classica e alla mitologia, diventerà così uno strumento educativo "fondamentale per comprendere le origini storiche e culturali dell’Italia e dell’Europa", come ha spiegato Valditara. Fin dai primi anni di scuola, si incoraggerà quindi la lettura di testi epici e biblici, accompagnati da un approccio narrativo e partecipativo, per sviluppare nei ragazzi un senso di appartenenza e una maggiore consapevolezza culturale.
Addio alla geostoria
Un’altra svolta significativa è l’abbandono dell’approccio integrato della geostoria: la riforma restituisce autonomia alle due discipline, che si svilupperanno seguendo percorsi distinti e specifici. La storia sarà ora “la scienza degli uomini nel tempo”: per Valditara "l'idea è quella di sviluppare questa disciplina come una grande narrazione, senza caricarla di sovrastrutture ideologiche, privilegiando inoltre la storia d'Italia, dell'Europa, dell’Occidente”. La geografia, invece, si concentrerà su temi legati al territorio e all’ambiente, con un occhio di riguardo per la conoscenza del territorio italiano e le questioni ambientali.
Il rafforzamento delle competenze linguistiche e la valorizzazione della lettura
La riforma si propone di contrastare i deficit emersi dagli studi Ocse, che evidenziano un’incapacità diffusa nella comprensione del testo scritto: fin dalle elementari, gli studenti saranno avvicinati alla lettura attraverso poesie, filastrocche a memoria, spaziando dalla letteratura classica a quella moderna come gli haiku, una forma di poesia giapponese. I ragazzi continueranno a leggere autori come Verne e Stevenson a cui ora si aggiungerà anche Stephen King, ma anche graphic novel e testi adattati affinché "imparino ad apprezzare testi scritti e ne parlino con competenza e se possibile con piacere", ha dichiarato la Commissione. Un esempio la proposta di lettura di Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo, una serie letteraria di genere fantasy composta da sei libri scritti da Rick Riordan, che si affiancherà così a Omero e Virgilio.
La musica e l’arte come pilastri formativi
Sin dalla scuola primaria, la riforma punta a integrare musica e arte nel percorso educativo, non solo come discipline tecniche, ma come strumenti per stimolare la creatività e favorire lo sviluppo di una sensibilità estetica e culturale nei più giovani.
Nuove regole per il dimensionamento scolastico
In parallelo alla riforma dei programmi, il Consiglio dei ministri ha varato ieri, 14 gennaio, nuove misure per il dimensionamento della rete scolastica. Tra le principali agevolazioni, la possibilità di istituire classi anche senza il numero minimo di studenti, la tutela del personale Ata e la nomina di docenti vicari per i dirigenti scolastici nelle scuole interessate dalla riorganizzazione. Questi interventi mirerebbero a garantire un sistema scolastico più flessibile, efficiente e vicino alle esigenze dei territori.