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L’assurda polemica di Salvini contro i tappi delle bottiglie di plastica: è una direttiva votata dalla Lega

Nella campagna elettorale verso le europee Matteo Salvini ha attaccato anche la norma dell’Ue che impone di produrre le bottiglie di plastica con il tappo attaccato. Peccato che nel 2019, quando l’Italia diede l’ok alla direttiva, Salvini fosse al governo. E lo stesso due anni dopo, quando la norma venne recepita anche grazie ai voti della Lega.
A cura di Luca Pons
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Ha sollevato polemiche uno dei nuovi post di campagna elettorale verso le europee diffusi da Matteo Salvini, in cui il leader della Lega ha attaccato la normativa dell'Ue che obbliga a produrre le bottiglie di plastica con il tappo che resta attaccato: "Meno Europa, più Italia", si legge nel post. Il post ha attirato diverse risposte ironiche, anche perché le immagini mostrano un uomo che beve in modo molto goffo – peraltro usando le foto di un meme che circolava da diverse settimane, ripreso anche da un deputato polacco di Diritto e giustizia, partito concorrente della Lega alle europee perché alleato con Fratelli d'Italia nel gruppo dei Conservatori. Ma soprattutto, la polemica di Salvini è sembrata paradossale perché la direttiva in questione fu approvata nel 2019, quando al governo in Italia c'era proprio la Lega.

Cosa dice la direttiva criticata da Salvini

Si parla infatti della direttiva 2019/904, o direttiva sulle plastiche monouso. Un testo piuttosto breve, che impone a tutti i Paesi dell'Ue di rispettare certi paletti. All'articolo 6 si legge: "Gli Stati membri provvedono a che i prodotti di plastica monouso", in particolare le bottiglie che hanno una capacità fino a tre litri, "i cui tappi e coperchi sono di plastica possano essere immessi sul mercato solo se i tappi e i coperchi restano attaccati ai contenitori per la durata dell’uso previsto del prodotto". Insomma, il famoso tappo attaccato alla bottiglia di cui Salvini si è lamentato dicendo che fu una regola "voluta da Bruxelles".

Salvini era vicepremier quando il governo italiano diede l'ok

La direttiva in questione, dopo una proposta lanciata dalla Commissione europea nel 2018, ebbe la prima approvazione dal Parlamento europeo a marzo 2019. Qui la Lega votò contro, anche se nessuno dei suoi europarlamentari intervenne durante le dichiarazioni di voto per opporsi in modo più esplicito. Il via libera definitivo arrivò poi alcune settime dopo, il 21 maggio 2019, con il voto del Consiglio dell'Unione europea: qui i rappresentanti di tutti gli Stati membri approvarono la direttiva. Ci furono 27 voti favorevoli e una sola astensione, quella dell'Ungheria. Il governo italiano, come risulta dai documenti ufficiali, votò a favore.

Per rinfrescare la memoria: nel maggio 2019 era in carica da quasi un anno il primo governo Conte, quello costruito sull'alleanza tra Movimento 5 stelle e Lega. All'incontro, come risulta dai verbali, per l'Italia partecipò l'allora ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, un ‘tecnico' che aveva già avuto incarichi di governo durante l'esecutivo guidato da Mario Monti, ma poco importa. Non solo perché la Lega aveva un suo sottosegretario in quel ministero (l'ex parlamentare Guglielmo Picchi), ma proprio per la posizione in cui si trovava Matteo Salvini: all'epoca era non solo ministro dell'Interno, ma vicepresidente del Consiglio e leader del secondo partito di maggioranza, che pochi giorni dopo avrebbe preso il 34% dei voti alle europee. La "eco-norma surreale" di cui il segretario del Carroccio si è lamentato, quindi, fu approvata dall'Italia proprio quando lui era al governo e all'apice della sua popolarità.

Il voto a favore della Lega durante il governo Draghi

Il coinvolgimento del Carroccio, peraltro, non finisce qui. Come tutte le direttive, poi, la norma fu recepita dall'Italia solo dopo diverso tempo: in particolare nel novembre 2021. Anche in questo caso, la Lega faceva parte del governo. Si trattava, infatti, dell'esecutivo guidato da Mario Draghi, in cui all'opposizione c'era solo Fratelli d'Italia.

In quel governo Salvini non aveva un ruolo diretto, ma la Lega era rappresentata – tra gli altri – anche dal ministro Giancarlo Giorgetti allo Sviluppo economico. Proprio Giorgetti risulta tra i ministri che furono consultati, formalmente, prima di recepire la direttiva. Infine, il decreto con cui il governo Draghi recepì la norma arrivò sul delega del Parlamento. Una delega votata dal Camera a marzo di quell'anno. In quella votazione, la Lega si schierò a favore. Sia nel voto finale, sia in quello specifico sulla norma che regolava i tappi di plastica. Dando definitivamente, anche sul piano dei voti, il suo parere favorevole.

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