L’assegno di inclusione escluderà la maggior parte delle famiglie straniere dall’aiuto
Niente reddito di cittadinanza per gli stranieri, e nemmeno il nuovo assegno di inclusione. L'abolizione decisa dal governo Meloni, che ha rivisto completamente il sistema di aiuti per chi ha difficoltà economiche, toccherà centinaia di migliaia di famiglie che percepivano l'aiuto. E guardando ai nuclei composti da cittadini stranieri, il dato è ancora più schiacciante: due su tre perderanno l'assegno. Le stime di Bankitalia, contenute nella relazione annuale pubblicata qualche giorno fa, parlano chiaro: l'intervento dell'esecutivo riduce drasticamente la platea dei beneficiari della misura di sostegno al reddito, sia nel caso delle famiglie italiane, che in quello di quelle straniere.
A spiegarlo è Bankitalia stessa nella relazione:
Si stima che, per le famiglie di residenti di nazionalità italiana, l’introduzione dei requisiti anagrafici riduca la platea dei nuclei potenzialmente beneficiari dell’AdI di quasi il 30 per cento rispetto a quella dell’RdC e che la variazione dei requisiti economici comporti un’ulteriore diminuzione di circa il 10 per cento.
In pratica con il nuovo assegno di inclusione, il 40% delle famiglie che prima ricevevano il reddito di cittadinanza lo perderanno. La maggior parte di queste per via dei requisiti anagrafici introdotti con le modifiche. Parliamo, nello specifico, della distinzione tra occupabili e non occupabili inserita dal governo Meloni.
Agli stranieri va anche peggio:
Per le famiglie di stranieri, l’estensione della platea derivante dall’allentamento del requisito di residenza in Italia (stimabile in circa il 20 per cento) sarebbe più che controbilanciata dall’irrigidimento delle altre regole di accesso all’AdI, poiché questi nuclei soddisfano con più difficoltà i nuovi requisiti anagrafici e più spesso vivono in affitto; complessivamente il numero di famiglie straniere beneficiarie si ridurrebbe di due terzi rispetto all’RdC.
Due famiglie straniere su tre perderanno l'aiuto, sia per la questione dei requisiti economici e sia – soprattutto – per via del fattore età.