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L’Arera dice che nel 2023 aumenteranno ancora i beneficiari dei bonus bolletta luce e gas

Il presidente dell’Arera ha fatto un bilancio dello scorso anno: un successo i bonus sociali luce e gas per le bollette, fondamentale la scelta di passare a un indice mensile.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Foto d'archivio
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Nel 2023, i beneficiari dei bonus sociali di luce e gas aumenteranno ancora. Il presidente dell'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, Stefano Besseghini, è intervenuto oggi in Aula alla Camera per la sua relazione annuale. "Per l'anno 2023, si può stimare un ulteriore incremento dei beneficiari dei bonus sociali elettrico e gas, che potrebbero ammontare rispettivamente a circa 4,7 e 2,8 milioni di nuclei familiari – ha spiegato il presidente di Arera – Gli ultimi mesi dell'anno in corso vedranno necessariamente una fase di ripensamento dei bonus sociali, saranno necessarie valutazioni e scelte relativamente alla soglia Isee di accesso e ai valori economici degli sconti in bolletta".

Conti alla mano, il presidente Besseghini ha spiegato che nel 2022 sono stati spesi 4,4 miliardi di euro complessivi per finanziare i bonus sociali elettrico e gas. Inoltre sono stati destinati altri 2 miliardi di euro per il rafforzamento del bonus luce e 1,8 miliardi di euro per il bonus gas. Al termine dell'anno, è possibile dire che "l'introduzione delle componenti compensative integrative nel settore elettrico ha consentito, indipendentemente dalla forte volatilità che ha caratterizzato i prezzi, di mantenere la spesa unitaria trimestrale tra circa 13,18 centesimi di euro/kWh e i 13,68 centesimi/kWh, a fronte di una spesa media tra i 41,34 centesimi/kWh e i 66,01 centesimi/kWh per i clienti privi di tale meccanismo protettivo", ha spiegato il presidente dell'Arera.

Nello scorso semestre invernale, a cavallo tra il 2022 e il 2023, grazie al cambio della "modalità di fissazione del prezzo per il servizio di tutela gas" da "una indicizzazione basata su prodotti Ttf trimestrali forward" a "un indice basato sul prezzo ex-post, mensile, formato al Psv italiano", ha continuato Besseghini, ha comportato "un vantaggio, per il consumatore in tutela", stimato "in circa 3 miliardi di euro". Insomma, dal questo punto di vista la decisione è stata un successo. E considerando il gran numero di contratti nel mercato libero, ma indicizzati al prezzo di tutela, "il vantaggio complessivo è ben più elevato".

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