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L’appello di Roberto Saviano a intellettuali e artisti contro il governo: “Basta silenzio, dobbiamo fare una scelta”

Roberto Saviano rivolge un appello a scrittori, giornalisti, cantanti, blogger, intellettuali, filosofi, drammaturghi, attori: l’obiettivo è quello di schierarsi, rompere il silenzio e prendere posizione contro il governo M5s-Lega e contro le politiche di Matteo Salvini: “Oggi tutte le persone pubbliche, chiunque abbia la possibilità di parlare a una comunità, deve sentire il dovere di prendere posizione. Non abbiamo scelta”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Lo scrittore Roberto Saviano continua la sua battaglia contro il governo M5s-Lega rivolgendo – dalle pagine di Repubblica – un appello a chiunque sia contrario alle idee dell’esecutivo e voglia prendere posizione. “Dove siete? Perché vi nascondete? Amici cari, scrittori, giornalisti, cantanti, blogger, intellettuali, filosofi, drammaturghi, attori, sceneggiatori, produttori, ballerini, medici, cuochi, stilisti, youtuber, oggi non possiamo permetterci più di essere solo questo. Oggi le persone pubbliche, tutte le persone pubbliche, chiunque abbia la possibilità di parlare a una comunità deve sentire il dovere di prendere posizione. Non abbiamo scelta”. Così scrive Saviano sostenendo che prendere posizione oggi sia un obbligo, perché “il silenzio, oggi, è un lusso che non possiamo permetterci. Il silenzio, oggi, è insopportabile”.

Saviano chiede a tutti i cittadini di mobilitarsiper i diritti di tutti, perché siete già coinvolti”. “La mobilitazione che vi chiedo – prosegue lo scrittore – è una mobilitazione che riguarda ciascuno di noi, parlate al vostro pubblico e non per me, che in tribunale e fuori so difendere da me le mie ragioni. Vi chiedo di mobilitarvi per difendere i diritti che a breve non ricorderete nemmeno più di aver avuto. Ci stanno facendo credere che non ne abbiamo bisogno, ma presto capiremo che più della tracotanza di questo governo, più dell'arroganza di Salvini, quello che ci sta condannando è il silenzio”. Saviano chiede di esporsi a “chi in questi mesi non si è ancora espresso” che tace “perché sa che a chi fa il nostro lavoro parlare non conviene: quello che nessuno ha il coraggio di dire è che spesso si tace per non essere divisivi, perché si teme che arrivino meno proposte, meno progetti. Ma se la pensiamo così, abbiamo già perso”.

Secondo Saviano, “spesso si tace perché si sa che prendere posizione comporta dividere non solo il pubblico che ti segue sui social, ma anche e soprattutto chi dovrebbe comprare i tuoi libri, comprare i biglietti dei tuoi spettacoli, venirti a vedere al cinema o non cambiare canale quando ti vede in televisione. Ma davvero credete che quello che sta succedendo sia accettabile?”. Lo scrittore ricorda come ai tempi dei governi guidati da Silvio Berlusconi fosse “tutto più chiaro: c’era lui e c’eravamo noi. Prendere posizione contro Berlusconi non significava perdere share, copie, consenso. Oggi non è più così e in questo governo si stenta a scorgere i germi di qualcosa di estremamente pericoloso. Oggi c'è fastidio verso chi travalica i confini del proprio lavoro e del proprio ruolo per fare quello che sarebbe invece normale: controllare chi ci governa”.

Saviano prosegue:

Vi sembra che oggi questo governo si stia muovendo nel rispetto dei valori che sono alla base della nostra Costituzione? Che si stia muovendo e che stia comunicando all'interno di un perimetro di sicurezza? Non vi sembra piuttosto che i 70 anni di prosperità e pace appena trascorsi ci abbiamo resi permeabili a partiti politici xenofobi? Che ci abbiano resi disattenti se non disinteressati a vigilare su diritti che una volta acquisiti, se non li difendiamo, possono essere spazzati via da qualche post su Facebook e da una manciata di tweet? Questo governo, in maniera maldestra ma evidentemente efficace, speculando sulle difficoltà di molti, utilizza come arma di distrazione di massa l'attacco ai migranti e alle Ong. Sta accadendo un orrore davanti al quale non si può tacere: mentre il M5s e la Lega litigano sui punti fondamentali del loro accordo, ci fanno credere che il nostro problema siano i migranti. E se mi rispondete che i governi precedenti hanno fatto altrettanto vi rispondo: non si erano spinti fino a questo punto, ma di certo hanno asfaltato la strada perché tutto questo accadesse. E se mi dite che avete votato per Lega e M5s per ribaltare il tavolo, perché era l'unico modo per mandare via una classe dirigente che aveva fallito sotto ogni profilo, vi dico: vigilate, non delegate, aprite gli occhi perché le cose si stanno mettendo male, male per tutti. Male non solo per i migranti o per le voci che dissentono, ma anche per voi.

Chi sta in silenzio e pensa di non essere toccato personalmente dalle politiche del governo, secondo Saviano, ha un “atteggiamento ingenuo e irresponsabile che sta legittimando scelte e comportamenti scellerati”. E sottolinea: “Questo non è uno scontro tra me e Matteo Salvini. Per me non c'è nulla di personale, sento fortissimi il dovere e la necessità di parlare per chi non ha voce”. E queste battaglie, spiega lo scrittore, ora non si possono più fare solo attraverso libri, canzoni o spettacoli: “Ci sono dei momenti in cui diventa cruciale capire da che parte si sta e quindi non basta più delegare la resistenza alla propria arte. Dinanzi a menzogne che crescono incontrastate, a truppe cammellate di bugiardi di professione (al loro cospetto gli scherani di Berlusconi erano dilettanti), davanti al dolore che queste menzogne e questi bugiardi di professione provocano, abbiamo tutti il dovere di rispondere: NON È VERO!”.

Saviano parla anche delle conseguenze che queste prese di posizioni potranno avere: “Il trucco per delegittimarvi lo conoscete, quindi partite (partiamo) in vantaggio. Vi diranno: guadagni? Non puoi parlare. Era così che Mussolini trattava Matteotti prima che venisse ammazzato: sei figlio di benestanti? Non ti puoi occupare di istanze sociali. Pensateci: ma davvero siamo tornati a questo? E soprattutto, davvero stiamo accettando tutto questo? Accettiamo di essere intimiditi da questa comunicazione criminale? Dovremmo vergognarci del frutto del nostro lavoro? Scrittori, l'attacco al libro, alla conoscenza, al sapere è quotidiano. ‘Vai a lavorare’ viene detto a chi scrive. Il primo passo di qualsiasi deriva autoritaria parte da disconoscere la fatica intellettuale, togliere alle parole la dignità di lavoro. In questo modo resta solo la propaganda”.

Saviano definisce un “gesto autoritario” la decisione di Salvini di querelarlo su carta intestata del ministero: “Sta utilizzando la sua posizione per intimidire non solo me, ma anche voi”. “Ho a lungo riflettuto prima di scrivere queste righe, non vorrei pensiate che vi stia chiamando a raccolta per difendere me, ma vorrei capiste che il tempo per restare nelle retrovie è finito – conclude lo scrittore -. Se non prenderete parte vorrà dire che quello che sta accadendo sta bene anche a voi. In tal caso a me non resterà il rimpianto di non averci provato, ma voi dovrete assumervi la responsabilità di ciò che accadrà: o complici o ribelli”.

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