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Elezioni europee 2024

L’appello di Open Arms ai candidati alle europee: “Aiutateci a fermare le morti dei migranti”

Un fondo europeo per i salvataggi nel Mediterraneo, procedure più semplici per entrare in Europa, e una normativa sui migranti che tuteli i diritti umani, non solo le frontiere. Sono cinque le richieste della Ong Open Arms ai candidati alle elezioni europee, già sottoscritte da alcuni nomi di spicco di diverse liste.
A cura di Luca Pons
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Le elezioni europee si avvicinano, e uno dei temi che continuano a far discutere sono le politiche migratorie. Quest'anno, l'Unione europea ha approvato un nuovo Patto migrazioni e asilo, che però ha attirato dure critiche da parte di chi si occupa del settore. Molte candidate e candidati si sono schierati sulla questione dei migranti, e la Ong Open Arms ha diffuso un appello a tutti chiedendo che si assumano alcuni impegni da portare avanti al Parlamento europeo in caso di elezione.

Il ‘programma' di Open Arms si riassume in cinque punti. Innanzitutto, si chiede di presentare una proposta per creare un fondo europeo dedicato per le attività di ricerca e soccorso (Sar, ovvero Search and rescue) nel Mediterraneo centrale. Infatti, come sottolineato dalla Ong, ogni anno in questo tratto di mare "migliaia di persone perdono la loro vita nel tentativo di poter avere una prospettiva di futuro differente da quella del Paese di provenienza: sono state registrate 4mila morti nel 2023 e 2mila nel 2022".

Ai candidati si chiede anche di aggiornare le norme per ottenere un visto di ingresso nell'Unione europea, dato che oggi ottenerne uno è complesso e costoso, anche per chi ha già un passaporto. Questo è tra i motivi che spingono a cercare altri modi – irregolari – di entrare nel continente, mettendo a rischio la propria vita. Per di più, spesso i corridoi umanitari sono insufficienti: perciò la terza richiesta è di aumentare le possibilità di ingresso nell'Ue, "normando i percorsi alternativi alle rotte migratorie pericolose".

Ancora, la politica migratoria dell'Ue dovrebbe essere "orientata al rispetto dei diritti umani e non solo al controllo delle frontiere", bisognerebbe "investire le risorse a disposizione in politiche sull’integrazione e non esclusivamente per centri di detenzione o per il rimpatrio", dato che "le politiche migratorie e di accoglienza europee sono sbilanciate verso un rafforzamento militarizzato delle frontiere invece di garantire i diritti di tutte le persone migranti".

La Ong ha rivendicato che il suo intento è "proteggere la vita di chi intraprende una rotta senza avere la garanzia di riuscire a compierla interamente". La adovcacy officer Valentina Brinis ha dichiarato: "Nonostante alcuni membri del Parlamento italiano ed europeo abbiano paragonato le nostre azioni a quelle di criminali, ovvero a quelle di chi lucra sulla pelle di persone che non hanno altre vie per lasciare il loro Paese, in nessuna sede giudiziaria è emerso questo tipo di collegamento". Brinis ha insistito: "Noi, invece, continuiamo a credere che il nostro lavoro sia utile a far venire alla luce quanto accade nel Mediterraneo centrale. Ecco perché, da sempre, ci poniamo come interlocutori delle istituzioni e non vogliamo essere considerati dei nemici."

Finora diversi candidati hanno già sottoscritto l'appello nelle fila Pd (tra cui la segretaria Elly Schlein e la capolista al Nord Ovest Cecilia Strada, Camilla Laureti, Marco Pacciotti, Giuditta Pini, Marco Tarquinio e Antonella Parigi), di Alleanza Verdi-Sinistra (Suad Omar, Christian Raimo e Massimiliano Smeriglio), di Azione (Federica Valcauda e Daniele Nahum), ma anche della lista Stati Uniti d'Europa (Antonella Soldo, Alfonso Maria Gallo, Eric Jozsef, Marco Taradash e Manuela Zambrano), il candidato del M5s Giacomo Zattini, e la lista Pace terra dignità (con Maurizio Acerbo, Paolo Maria Della Ventura, Federico Dolce, Tiare Gatti Mora e Elettra Stamboulis).

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