L’appello di Draghi: “Per sconfiggere la pandemia vaccinare subito anche in Paesi più poveri”
Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, rivolge un appello globale: la campagna vaccinale deve andare avanti non solo nei Paesi più ricchi, ma in tutto il mondo. Intervenendo al G20 delle religioni Draghi lancia il suo messaggio: “Per sconfiggere la pandemia, la campagna di vaccinazione deve procedere spedita ovunque. Solo così potremo salvare vite, frenare il contagio, evitare l'emergere di pericolose varianti”. Tuttavia il presidente del Consiglio sottolinea un dato tutt’altro che incoraggiante: “A oggi, però, soltanto il 2% della popolazione dei Paesi più poveri ha ricevuto almeno una dose di vaccino, a fronte del 42% della popolazione mondiale. Al Global Health Summit di Roma, le case farmaceutiche hanno promesso di fornire entro la fine di quest'anno 1,3 miliardi di dosi a prezzi calmierati per gli Stati a basso e medio reddito. Altri 2 mld saranno distribuiti entro il 2022”. “Vogliamo superare le differenze nelle forniture di vaccini”, è l’auspicio di Draghi.
Il presidente del Consiglio tocca anche altri temi, a partire dalla situazione in Afghanistan: “Stiamo assistendo a immagini che ci riportano agli anni più bui nella storia del Paese. In particolare, alle donne, che negli scorsi venti anni avevano riacquistato diritti basilari, come quello all'istruzione. Oggi rischia di essere vietato persino di praticare sport, reprimendo altresì la loro rappresentanza nel governo. Come comunità internazionale abbiamo un obbligo morale verso un Paese in cui siamo stati per venti anni, un obbligo di aiuto umanitario, di prevenzione del terrorismo, di sostegno alla tutela dei diritti umani”.
Draghi prosegue nel suo ragionamento: “L'altro dovere che abbiamo come Occidente, e in particolare come Europa, è la tutela di chi decide di lasciare l'Afghanistan. L'Italia ha aiutato circa 5.000 cittadini afghani a fuggire dagli enormi rischi a cui erano esposti. È stato uno sforzo significativo, di cui dobbiamo essere orgogliosi, ma che non può esaurirsi ora. L'Ue non deve ignorare il dramma di queste persone, né la portata storica di questi eventi. Dobbiamo dimostrare di essere all'altezza di questa crisi e dei valori che diciamo di rappresentare”. Secondo Draghi, d’altronde, “per anni l’Unione è stata incapace di costruire un approccio comune sul tema migratorio, e in particolare sulla distribuzione di chi arriva e chiede asilo”.