L’appello del capogruppo Crippa al M5s: “Restiamo nel governo, non vanifichiamo tutto”
Durante l'assemblea dei gruppi del M5s il capogruppo a Montecitorio Davide Crippa tenta evitare lo strappo definitivo del Movimento, in vista dell'appuntamento di mercoledì prossimo, quando il presidente del Consiglio Draghi – sollecitato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella che ne ha rifiutato le dimissioni – si presenterà alle Camere per fare le sue comunicazioni, che saranno poi seguite dal dibattito sulla fiducia e quindi dal voto. "Non si capisce perché non dovremmo votare la fiducia", ha detto Crippa nel suo intervento. L'assemblea dei gruppi parlamentari pentastellati è stata una vera e propria maratona via zoom, spalmata in quasi tre giorni. Sarebbero stati una ventina gli interventi di chi vuole rimanere nel governo Draghi.
"Il voto sul decreto Aiuti, è stato detto in ogni angolo del cielo e della terra, non era un voto sulla fiducia. A quel punto Draghi si dimette, e noi cosa facciamo? Cambiamo la narrazione e diciamo che non siamo più nella fase del merito del decreto Aiuti, ma, quasi per ripicca, riprendiamo i 9 punti, che a livello cronologico abbiamo trasmesso prima del voto di fiducia espresso dalla Camera – ha detto Crippa nel suo intervento in assemblea – Cosa sarebbe cambiato quindi per un voto di fiducia oggi? Evidentemente dobbiamo tornare su quei 9 punti, ma avevamo detto che saremmo andati a vedere entro la fine di luglio i decreti nella loro fase esecutiva, se rispondevano alle misure economiche e sociali che avevamo chiesto nel documento. Non riesco a capire, ci sono molti interventi che interpretano le parole di Giuseppe come di ultimatum e di chiusura. Il punto oggi è un altro, il dialogo sull'agenda nuova di governo lo dobbiamo chiedere, non ci possiamo sottrarre, da settembre sarà un bagno di sangue. Andare avanti con muro contro muro non porta a nulla".
"All'imprenditore che si dà fuoco all'interno della sua impresa non possiamo dire ‘esco e vado in minoranza e vado contro il governo perché è brutto e cattivo'. Io lo devo obbligare questo governo. Cosa facciamo correggiamo il tiro o vanifichiamo tutto? Io sono più spostato sul correggere il tiro. Cerchiamo di attivare uno spirito critico. Abbiamo fatto tantissimo in questi anni di governo, la nostra uscita farebbe fallire quelle misure senza se e senza ma. Non me la sento di tirarmi indietro, perché mi sento anche responsabile di aver causato dei problemi ad esempio con le modifiche sul Superbonus", ha aggiunto Crippa.
Ma non c'è ancora accordo sulla linea da tenere, e Giuseppe Conte lo sa bene: "Se qualcuno ritiene di non poter condividere un percorso così partecipato e condiviso – dice – faccia la propria scelta in piena libertà, in maniera chiara, subito e senza ambiguità". In chiusura Conte ribadisce di essere in attesa di segnali da Palazzo Chigi sulle nove richieste del Movimento per il programma di governo: "Adesso la decisione non spetta a noi, ma a Draghi", tornando a chiedere che le priorità indicate dal M5s nel famoso documento in 9 punti "vengano poste nell'agenda di governo".