L’appello dei medici per il nuovo dpcm di Natale: “Mantenete le restrizioni, ospedali sovraccarichi”
I medici e i dirigenti sanitari hanno inviato un appello al governo, che in queste ore è impegnato sul nuovo dpcm per il periodo natalizio, che entrerà in vigore dal 4 dicembre. "I dati degli ultimi giorni mostrano segnali di rallentamento della crescita dell’epidemia da Sars-CoV-2, tuttavia le condizioni di sovraccarico di tutto il sistema ospedaliero, con indici di occupazione delle Terapie Intensive e delle aree COVID particolarmente elevati, impongono di non allentare le misure restrittive della movimentazione sociale. Ricordiamo che nell’ultima settimana si sono contati oltre 200mila nuovi casi e 4.980 decessi mentre i ricoveri con sintomi sono attualmente più di 34mila".
La richiesta di mantenere le restrizioni arriva dall’Intersindacale della Dirigenza Medica, Sanitaria e Veterinaria, alla luce delle indiscrezioni sul possibile passaggio di alcune Regioni rosse in fascia arancione o gialla, in prossimità delle festività natalizie. In questo momento secondo i medici sarebbe un errore allentare le misure anti Covid attualmente in vigore e autorizzare gli spostamenti indiscriminati da una Regione all'altra, perché il sistema sanitario nazionale è in sofferenza, sebbene la curva dei contagi abbia iniziato ad abbassarsi, e rischia di collassare con un'impennata dei casi.
L'appello è stato firmato da Anaao Assomed, Cimo-Fesmed – Aaroi-Emac, Fassid –Fp Cgil medici e dirigenti Ssn – Fvm Federazione Veterinari e Medici – Uil Fpl coordinamento nazionale delle aree contrattuali medica, veterinaria sanitaria Cisl medici.
"Il personale sanitario – scrivono – impegnato quotidianamente – 7 giorni su 7, di giorno e di notte – nella lotta contro la pandemia da Sars-CoV-2, si trova ad affrontare criticità di ogni tipo dovute al sovraffollamento degli ospedali, che con la seconda ondata interessa tutta la penisola. Ogni allentamento delle restrizioni potrebbe, quindi, mettere a rischio tanto la vita dei pazienti affetti da COVID-19 quanto la salute dei pazienti con altre patologie, la cui prevenzione e cura rischia di essere per la seconda volta sacrificata a causa di una generale sottovalutazione del rischio della ripresa pandemica, sulla quale i medici e i dirigenti sanitari avevano lanciato tutti gli allarmi possibili già durante l’estate. Per la seconda volta gli operatori della sanità pubblica sono costretti a ulteriori sacrifici anche a rischio della salute personale, oltre che ad affrontare una situazione di costante super lavoro".
"Chiediamo al Parlamento, al Governo e alle Regioni di ascoltare le decine e decine di migliaia di colleghi – concludono le sigle dell’Intersindacale – che da mesi lavorano senza tregua nell’emergenza territoriale e negli ospedali, amareggiati per il dibattito in corso su riaperture che, sotto le pur comprensibili esigenze dell’economia, celano sottovalutazioni del rischio di una ripresa della pandemia che potrebbe sommarsi nei prossimi mesi alla diffusione stagionale dell’influenza. La Politica non allenti ancora una volta la guardia".