Landini: “Gli operai nelle fabbriche ormai votano 5 Stelle”
“Non mi stupisco del consenso del M5s nelle fabbriche, perché da molti anni il voto operaio non va più in maggioranza alle forze della sinistra pur nelle sue varie versioni”. Con queste parole, il leader della FIOM Maurizio Landini commenta le ultime rilevazioni dell’Istituto Ipsos, che evidenziano come tra gli operai il consenso verso il MoVimento 5 Stelle tocchi ormai quote record (circa il 40%, contro il 20% del Partito Democratico, per un trend che premia anche le formazioni di estrema destra). Nel corso di una intervista al Corriere della Sera, Landini ricorda poi che “in un passato recente il voto operaio ha premiato anche Lega Nord e Forza Italia” e conferma che “girando per le fabbriche il consenso per i 5 Stelle è palpabile”.
Non è semplice individuare una responsabilità univoca, ma per Landini il problema è da ricercarsi nella perdita di centralità della politica stessa: “Una volta le questioni del lavoro determinavano l'orientamento di partiti e persone, oggi si è smarrita l'idea che la politica serva a mediare tra capitale e lavoro. Ci si schiera per l'immigrazione, per la trasparenza della politica o per la corruzione, e conta il sentimento di chi si sente abbandonato”. Dunque la scelta degli operai si concentra su Grillo (“un voto contro la nomenklatura") oppure nel grande bacino dell’astensionismo e dei delusi dalla politica: “Da un questionario che abbiamo distribuito tra i nostri iscritti, è emerso che il 90% di loro non è iscritto ai partiti”.
Gli strumenti tecnologici e i nuovi spazi aperti dai social network possono dare una mano, ma Landini mostra un certo grado di scetticismo (“Il web conta e noi vogliamo attrezzarci, ma personalmente non credo nella democrazia della Rete”) e confessa di preferire al dibattito virtuale “le assemblee dove si discute, si vota e si costruisce un vero consenso”.