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Landini e la Cgil stanno ancora ragionando sul referendum per cancellare il Jobs act

A diverse settimane dal primo annuncio, il leader della Cgil ha detto che si sta ragionando sulla possibilità di utilizzare il referendum per cancellare il Jobs act. Ma al momento non c’è ancora nulla di concreto.
A cura di Tommaso Coluzzi
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A più di due settimane dall'annuncio, Maurizio Landini e la Cgil continuano a ragionare sul referendum per l'abolizione del Jobs act. Non c'è stata nessun particolare novità da quando il segretario generale ha detto che avrebbe considerato la possibilità di utilizzare lo strumento referendario per cancellare le leggi che hanno creato precariato, una su tutte la riforma del lavoro voluta dall'allora governo Renzi. "La lotta alla precarietà la vogliamo fare anche sul piano contrattuale – ha detto oggi Landini a margine dell'assemblea nazionale del sindacato a Bologna – Per realizzare questi obiettivi abbiamo bisogno di cambiare una legislazione del cavolo che è stata fatta in questi anni, non solo dall'ultimo governo, ma da tutti i governi che ci sono stati".

È evidente che il primo problema è il Jobs act, secondo Landini: "Stiamo ragionando sulla possibilità di utilizzare anche lo strumento del referendum – ha continuato il segretario generale – dovremo decidere quali strumenti utilizzare, non escludendo anche proposte di iniziativa popolare, per indicare non solo quello che secondo noi va cancellato, ma anche quello che per noi va introdotto con nuova legislazione". E ha concluso: "Stiamo coinvolgendo i lavoratori con una campagna straordinaria di assemblee, chiediamo ai lavoratori di votare e di impegnarsi a mobilitarsi. Vogliamo fare una discussione nel Paese e nei luoghi di lavoro".

Il risultato più tangibile dell'annuncio di Landini, al momento, è il malumore interno al Partito Democratico. Nei giorni successivi alla proposta avanzata dal leader della Cgil, la segretaria Elly Schlein ha aperto all'ipotesi di sostenere il referendum, senza dirlo esplicitamente. Sono piovuti attacchi interni ed esterni, tanto che il tema è scomparso rapidamente dall'agenda. Certo un anno fa l'allora segretario dem Enrico Letta proponeva il superamento del Jobs act in campagna elettorale. Insomma, per il Pd non sarebbe una novità. Ma evidentemente c'è chi continua a non ritenere quella stagione un errore da rinnegare.

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