L’analisi di Gimbe sul SSN: “Diseguaglianze tra Nord e Sud, tutela della salute va garantita ovunque”
Non tutte le Regioni garantiscono le cure allo stesso modo ai propri cittadini. E anche quest'anno emerge un profondo divario tra Nord e Sud. A sottolinearlo è l'analisi della fondazione Gimbe sugli adempimenti dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), che non sarebbero altro che le prestazioni che il Servizio sanitario nazionale garantisce gratuitamente o dietro pagamento di un ticket. Una vera e propria "pagella per la sanità", spiega il presidente della fondazione, Nino Cartabellotta, da cui è possibile distinguere quali sono le Regioni "adempienti" e quali quelle "inadempienti".
Queste ultime vengono sottoposte a Piani di rientro: si prevede un affiancamento diretto del ministero della Salute o, in alcuni casi, il commissariamento. Gimbe ha messo sotto la lente i monitoraggi dei LEA eseguiti tra il 2010 e il 2019 e ha stilato una classifica delle Regioni basata sull'erogazione delle prestazioni.
Ecco la classifica delle prime dieci Regioni.
- Emilia Romagna (93,4% di adempimento)
- Toscana (91,3%)
- Veneto (89,1%)
- Piemonte (87,6%)
- Lombardia (87,4%)
- Umbria (85,9%)
- Marche (84,1%)
- Liguria (82,8%)
- Friuli Venezia-Giulia (81,5%)
- Provincia autonoma di Trento (78,8%)
Tra queste ci sono solo due Regioni del Centro e nessuna del Sud. La "questione meridionale" in sanità esiste, sottolinea Gimbe.
La fondazione prosegue poi la sua analisi sottolineando come la percentuale cumulativa totale delle Regioni sia del 75,7%, dimostrando quindi come il 24,3% delle risorse assegnate nel decennio preso in esame non sia stato trasformato in servizi per i cittadini.
Dal 2019 è stato poi introdotto un nuovo strumento, a sostituzione dei LEA. Si tratta del Nuovo Sistema di Garanzia (SNG), basato su 22 indicatori che vengono chiamati CORE, che considera adempienti quelle Regioni che riescono a raggiungere la sufficienza in tutte e tre le aree di assistenza. Queste sono prevenzione, distrettuale e ospedaliera. Secondo la prima sperimentazioni, ci sono ben sei Regioni inadempienti: la Calabria, che non raggiunge la sufficienza in nessuno dei tre campi, la Provincia autonoma di Bolzano, la Valle d'Aosta, il Molise, la Basilicata e la Sicilia.
"Senza una nuova stagione di collaborazione tra governo e Regioni e un radicale cambio di rotta permonitorare l’erogazione dei LEA, diseguaglianze regionali e mobilità sanitaria continueranno a farla da padrone e il CAP di residenza delle persone condizionerà il diritto alla tutela della salute. Una situazione che stride con i princìpi di equità e universalismo del SSN, recentemente ribaditi dal Ministro Schillaci secondo cui è “prioritario il superamento delle diseguaglianze territoriali nell’offerta sanitaria” affinché “tutti i cittadini abbiano le stesse opportunità, indipendentemente da dove sono nati o risiedono e dal loro reddito”", ha commentato infine Cartabellotta.