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Lamorgese: “A settembre vedremo gli esiti della grave crisi economica. Rischiamo un autunno caldo”

“Vediamo negozi chiusi, vediamo cittadini che non hanno la disponibilità nemmeno di provvedere ai propri bisogni quotidiani. Il governo ha cercato di andare incontro a queste esigenze e necessità, ma il rischio di un autunno caldo è concreto”: a lanciare l’allarme è la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese. Che avverte inoltre sulle possibilità di un ritorno del coronavirus dopo l’estate.
A cura di Annalisa Girardi
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La ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, interviene alla trasmissione Agorà in onda su Rai Tre e avverte sulle difficoltà a cui il Paese va incontro il prossimo autunno. "Il rischio di un autunno caldo è concreto perché noi a settembre vedremo gli esiti di questo periodo di grave crisi economica che ha colpito le aziende. Vediamo negozi chiusi, vediamo cittadini che non hanno la disponibilità nemmeno di provvedere ai propri bisogni quotidiani. Il governo ha cercato di andare incontro a queste esigenze e necessità, ma, ripeto, il rischio di un autunno caldo è concreto", afferma la ministra.

L'obiettivo del governo è quello di "evitare nuovi focolai di infezione". La ministra spiega: "Stiamo ponendo in essere tutte le attività necessarie per monitorare, controllare ed evitare eventuali arrivi che potrebbero determinare un nuovo focolaio". E ribadisce: "Non possiamo ignorare la possibilità di un ritorno del virus come la comunità scientifica ci sta purtroppo dicendo e per questo motivo i nostri atteggiamenti devono essere ancora più responsabili e in grado di contenere un eventuale nuovo focolaio nel mese di ottobre. Sarebbe complicato e difficile ritornare in una situazione di lockdown".

Dalla comunità scientifica, sono diversi gli avvertimenti lanciati nelle ultime settimane nei confronti di una seconda ondata dopo l'estate. Il virologo Guido Silvestri, questa mattina, in un lungo post su Facebook aveva scritto: "Pensiamo che ormai sia chiaro a tutti come Covid-19 in Italia sia in fase di tregua, ma basandoci sulla osservazione classica della stagionalità dei virus respiratori nei climi non-tropicali, una seconda ondata di Covid-19 a fine autunno/inizio inverno è una possibilità molto reale. La gravità di questa ondata, ovviamente, non la possiamo conoscere, ma sarebbe irresponsabile non essere pronti a qualsiasi evenienza". E ancora: "Alcune misure di prevenzione, se fatte bene, per tempo e con le dovute risorse, ridurranno enormemente i morti da Covid. Ed eviteranno di ricorrere a misure “straordinarie” che hanno un effetto devastante a livello socio-economico".

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