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L’allarme dell’Inps: “Sale l’occupazione, ma l’Italia ha bisogno di immigrati per pagare le pensioni”

Secondo l’Istituto nazionale della previdenza sociale diretto da Tito Boeri, in Italia ci sono troppi pochi giovani al lavoro e troppi anziani in pensione e questa situazione mette in pericolo la stabilità dei conti dell’Inps perché i lavoratori attivi, e per la maggior parte precari, difficilmente riusciranno in futuro a far fronte al pagamento delle pensioni calcolate con sistema retributivo o misto e per questo motivo il Belpaese ha bisogno di attirare immigrati per poter mantenere in equilibrio i conti.
A cura di Charlotte Matteini
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L'occupazione è tornata a crescere, ma i contratti siglati sono quasi tutti a tempo determinato e il numero di lavoratori a tempo indeterminato nel corso degli ultimi anni è sceso e questa situazione alla lunga provocherà problemi e sarà sempre più complicato pagare le future pensioni. Stando all'ultimo Rapporto Inps relativo all'anno 2017, realizzato dall'istituto diretto da Tito Boeri, qualora la situazione dovesse rimanere immutata, il sistema pensionistico rischia di saltare: troppi pochi giovani al lavoro e troppi anziani in pensione mettono in pericolo la stabilità dei conti dell'Inps perché i lavoratori attivi, e per la maggior parte precari, difficilmente riusciranno a far fronte al pagamento degli assegni della moltitudine di persone in pensione, assegni calcolati con il sistema retributivo o misto, e per questo motivo sempre più in futuro i contributi degli immigrati diventeranno fondamentali. Come più volte ha sottolineato il presidente Boeri, infatti, l'Italia ha un disperato bisogno di immigrazione regolare proprio per far fronte al pagamento delle pensioni in futuro e qualora il numero di immigrati sul territorio dovesse diminuire, la situazione potrebbe precipitare. L'Italia, infatti, ha un fortissimo problema a livello demografico: non solo la popolazione sta inesorabilmente invecchiando, ma gli italiani fanno anche pochi figli e questo crea elementi di squilibrio nel sistema pensionistico, squilibrio che può essere corretto solamente attirando nuovi lavoratori dall'estero.

Per quanto riguarda l'occupazione, il rapporto rileva che nel 2017 ha continuato a crescere, confermando il trend degli ultimi anni, a partire dalla fine del 2013. Il recupero, iniziato nel 2014, ha consentito, tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018, di ritornare a un livello di occupati analogo a quello del primo semestre 2008, grazie esclusivamente alla performance dell’occupazione dipendente. Nel 2017 gli assicurati iscritti all'Inps sono risultati essere pari a 25.138 milioni di lavoratori, lo 0,3% in meno rispetto al 2016, contrazione che dipende dalla messa al bando dei voucher per le prestazioni occasionali. Al netto delle posizioni a voucher, si registrano però incrementi, in particolare nell’area dei lavoratori dipendenti privati extra-agricoli: la loro crescita risulta superiore al 4% secondo il dato annuale (hanno superato di molto i 15 milioni). Continua però a ridursi il numero di lavoratori indipendenti e quello dei lavoratori a tempo indeterminato (dagli iniziali 14,1 milioni si è passati agli attuali 13,8 milioni) mentre continua a salire il numero degli occupati a termine (da 3,7 milioni a 4,6 milioni).

Secondo il Rapporto Inps, i contributi accertati e direttamente collegati alle dinamiche occupazionali nel 2017 hanno segnato una netta crescita e hanno superato i 205 miliardi, grazie soprattutto alla crescita di quelli legati al lavoro dipendente privato (passati da circa 136 a 140 miliardi, quasi 4 miliardi in più). L’ammontare delle agevolazioni "si è attestato nel 2017 a 20 miliardi, per effetto essenzialmente del trascinamento dei provvedimenti degli anni antecedenti, pur in assenza di nuove agevolazioni. Nell’ultimo biennio le agevolazioni contributive sono risultate pari a circa il 10% dei contributi sociali. Al netto della quota fiscalizzata la dinamica dei contributi sociali è stata nettamente inferiore a quella del Pil nel 2015 e nel 2016 mentre è risultata superiore nel 2017".

A oltre due anni dall’entrata in vigore del Jobs Act, la quota dei lavoratori dipendenti privati tutelati in caso di sospensione del rapporto di lavoro risulta essere oltre l’88% ed è dunque aumentata rispetto al passato mentre appare limitato da parte delle aziende il ricorso alle integrazioni salariali attraverso i fondi di solidarietà. Sono circa 640 il numero delle aziende che hanno fatto ricorso ad integrazione salariale (corrispondenti allo 0,1% delle aziende contribuenti), interessando complessivamente circa 78 mila beneficiari (l’1,3% dei lavoratori tutelati).

La replica del ministro Salvini

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini replica alle dichiarazioni del presidente dell'Inps su migranti e pensioni: “Servono più immigrati per pagare pensioni… cancellare la legge Fornero costa troppo… servono più immigrati per fare lavori che gli italiani non vogliono più fare…” Presidente Inps continua a fare politica, ignorando la voglia di lavorare di tantissimi italiani. Vive su Marte?", ha scritto su Twitter. "I dati sono la risposta migliore e non c'è modo di intimidirli. La  mia risposta è nei dati e i dati parlano. Oggi presentiamo quella che è la verità che bisogna dire in Italia", ha risposto a stretto giro il presidente Boeri.

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