L’Agenzia delle Entrate assume 11mila statali, nuovi concorsi al via a maggio 2023
L'Agenzia delle Entrate prosegue nel suo piano di assunzioni che intende portare, entro la fine del 2024, quasi 11mila nuove assunzioni negli uffici del Fisco. Il primo blocco di assunzioni, con circa 3.300 posti, è iniziato nel 2022 e prosegue nei primi sei mesi del 2023: a essere assunti sono soprattutto funzionari per le attività amministrativa e tributaria, con circa duemila nuovi posti assegnati, ma anche mille geometri e ingegneri che sono dedicati al catasto e un alto numero di specialisti di analisi dati, esperti legali e di fisco internazionale.
Negli ultimi mesi è stata definita anche la seconda fase, con circa 7.550 nuove assunzioni in arrivo. I concorsi dovrebbero partire a maggio e continuare anche nel 2024, porteranno il totale a quasi 11mila posti di lavoro assegnati entro la fine del prossimo anno. Secondo quanto ha detto Ernesto Maria Ruffini, direttore dell'Agenzia delle Entrate, il rafforzamento dell'organico non sarà solo "quantitativo", ma anche "qualitativo". Il Fisco dovrebbe quindi puntare soprattutto su assunzioni giovani.
Anche in questo caso, tra le figure più ricercate ci saranno dei funzionari che abbiano competenza economica e giuridica, oltre a ingegneri e geometri che si occupino del catasto. In più, un ampio spazio sarà dedicato ad analisti e data scientist. Sia perché la lotta all'evasione fiscale richiede ormai una serie di controlli anche in campo digitale, sia perché la nuova riforma fiscale del governo Meloni si impegna ad agire anche sulle banche dati elettroniche.
In particolare, la riforma fiscale prevede che uno dei principi per contrastare l'evasione e sostenere le aziende sia l'utilizzo completo dei dati a disposizione dell'Agenzia delle Entrate, sia quelli delle fatture elettroniche sia quelli dell'anagrafe tributaria. Lo scopo non è solo quello di individuare eventuali evasori, ma anche di rendere più efficaci le analisi di rischio. In questo modo, almeno in teoria, il Fisco dovrebbe essere in grado di svolgere accertamenti sempre più mirati, per quanto l'idea del governo sia sempre quella di stabilire prima un accordo di collaborazione azienda-Stato (l'adempimento collaborativo) per spingere a mettersi in regola ed evitare le sanzioni.
Per l'Agenzia delle Entrate un rinforzo di quasi 11mila unità è sostanziale, considerando che a fine 2022 gli impiegati erano 27.840. Il numero è andato sempre calando nei dieci anni precedenti: inizialmente, i dipendenti erano 41mila, ma i tagli continui hanno portato sotto quota 28mila. Il piano, ora, è di tornare a circa 37mila. In più, come detto, dovrebbe abbassarsi l'età media dei dipendenti: negli ultimi anni è sempre stata di circa 55 anni, particolarmente alta anche per essere un'ente pubblico. Anche l'aumento dei pensionati, quindi, ha contribuito al forte calo di dipendenti.