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L’Agenzia delle Entrate a Salvini: “Lotta all’evasione non è persecuzione, ma giustizia per chi paga”

Dopo l’attacco di Salvini, che ha parlato di cittadini “ostaggio” dell’Agenzia delle Entrate lanciano una nuova pace fiscale, il direttore Ruffini ha risposto: “Il contrasto all’evasione non è volontà di perseguitare qualcuno, è giustizia nei confronti di chi paga e ha sempre pagato”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Matteo Salvini attacca, l'Agenzia delle Entrate risponde. Sullo sfondo resta la proposta di una nuova, grande pace fiscale per tutti i cittadini. Per tutti coloro che sono "ostaggio" del fisco, come ha detto lo stesso leader della Lega ieri. Oggi, però, è arrivata la replica del direttore dell'Agenzia, Ernesto Maria Ruffini, che ha risposto intervenendo a un convegno: "Il contrasto all'evasione non è volontà di perseguitare qualcuno – ha detto – È un fatto di giustizia nei confronti di tutti coloro che, e sono la stragrande maggioranza, le tasse anno dopo anno le pagano". Insomma, siamo sempre lì, alla fine il messaggio che rischia di passare è che sia più conveniente non pagare e aspettare un condono da parte del governo.

"L'Agenzia è una amministrazione dello Stato, non un'entità belligerante", ha dovuto ribadire Ruffini. Certo, un compito difficile il suo, visto che Salvini attacca in questo modo l'Agenzia delle Entrate e Meloni parla di pizzo di Stato. Oltre che "un fatto di giustizia" nei confronti di chi paga "sempre fino all'ultimo centesimo, anche a costo di sacrifici e nonostante l'innegabile elevata pressione fiscale", la lotta all'evasione è anche a vantaggio di "coloro che hanno bisogno del sostegno dello Stato, erogato attraverso i servizi pubblici con le risorse finanziarie recuperate".

"Il nostro è un lavoro essenziale per il funzionamento di tutta la macchina pubblica, perché se vogliamo garantire i diritti fondamentali della persona indicati e tutelati nella nostra Costituzione, come la salute dei cittadini, l'istruzione dei nostri figli, la sicurezza di tutti noi, servono risorse e noi siamo chiamati a raccoglierle a vantaggio di tutti – si è dovuto difendere ancora Ruffini – Anche di chi si sottrae al loro pagamento. E siamo tutti noi chiamati a farlo nelle forme, nei modi e nei tempi che sono stabiliti sempre e soltanto dal legislatore, non dall'Agenzia delle Entrate".

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