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L’addio al PD di Matteo Renzi: “Sosterremo Conte. Il nostro partito sarà guidato dalle donne”

In un’intervista rilasciata a La Repubblica l’ex Presidente del Consiglio ha spiegato le ragioni che l’hanno spinto a lasciare il Partito Democratico. Renzi non rivela il nome del nuovo partito, che sosterrà il governo Conte e potrà contare – nell’esecutivo – sull’impegno di Teresa Bellanova. Svela soltanto: “Non sarà un partito tradizionale, sarà una casa. E sarà femminista con molte donne di livello alla guida”.
A cura di Davide Falcioni
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Evocato per mesi, per altrettanti mesi smentito seppur con scarsa convinzione, è dunque arrivato l'addio di Matteo Renzi al Partito Democratico. L'ex segretario del PD ha comunicato ieri sera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte l'intenzione di dare vita a gruppi parlamentari autonomi alla Camera e al Senato che comunque continueranno a sostenere il governo, e che saranno rappresentati nell'esecutivo dalla ministra Teresa Bellanova. Le ragioni profonde della scissione sono state sviscerate da Renzi in un'intervista rilasciata a Repubblica: "Quello che mi spinge a lasciare è la mancanza di una visione sul futuro. I parlamentari che mi seguiranno saranno una trentina, più o meno. Non dico che c'è un numero chiuso, ma quasi". L'ex leader del PD, dimesso dal partito dopo la debacle alle elezioni politiche del 4 marzo 2018, spiega: "I gruppi autonomi nasceranno già questa settimana. E saranno un bene per tutti: Zingaretti non avrà più l'alibi di dire che non controlla i gruppi Pd perché saranno ‘derenzizzati' e per il governo probabilmente si allargherà la base del consenso parlamentare, l'ho detto anche a Conte. Dunque l'operazione è un bene per tutti, come osservato da Goffredo Bettini. Ma questa è solo la punta dell'iceberg. Il ragionamento è più ampio e sarà nel Paese, non solo nei palazzi". L'ex primo ministro ha aggiunto di voler "passare i prossimi mesi a combattere contro Salvini. Abbiamo fatto un capolavoro tattico mettendo in minoranza Salvini con gli strumenti della democrazia parlamentare", ha osservato, "ma il populismo cattivo che esprime non è battuto e va sconfitto nella società. E credo che le liturgie di un Pd organizzato scientificamente in correnti e impegnato in una faticosa e autoreferenziale ricerca dell'unità come bene supremo non funzionino più".

Renzi: "Il primo impegno elettorale saranno le elezioni politiche del 2023"

Ma quale sarà il nome della compagine renziana? E quali saranno le sue caratteristiche? Renzi non scioglie il nodo, ma spiega: "Non sarà un partito tradizionale, sarà una casa. E sarà femminista con molte donne di livello alla guida. Teresa Bellanova sarà il capo delegazione nel governo". "C'e' uno spazio enorme per una politica diversa. Per una politica viva, fatta di passioni e partecipazione. Questo spazio attende solo il nostro impegno. La nostra Casa non si candiderà né alle regionali né alle comunali almeno per un anno. Chi vorrà impegnarsi lo farà con liste civiche o da indipendente. La prima elezione cui ci presenteremo saranno le politiche, sperando che siano nel 2023. E poi le Europee del 2024. Abbiamo tempo e fiato". Nel frattempo Renzi assicura che i parlamentari che aderiranno alla nuova compagine non faranno mancare il loro sostegno al governo Conte, anche nel caso l'esecutivo dovesse varare una nuova legge elettorale in senso proporzionale; ipotesi, questa, che non è comunque tra le preferite dall'ex premier che continua a prediligere un sistema maggioritario a doppio turno: "Lo rispetterò se è parte dell'accordo di governo", ha spiegato Renzi a Repubblica, anche se "sogno che Zingaretti e Di Maio si sveglino un giorno proponendo il monocameralismo, il doppio turno, un sistema in cui la sera sai chi ha vinto le elezioni. Non cambio idea".

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