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La zona bianca si avvicina: quali Regioni sperano in passaggio nella fascia con meno restrizioni

Non basta la zona gialla in quasi tutta Italia: alcune Regioni iniziano a sperare in un passaggio alla zona bianca, che vorrebbe dire ulteriori riaperture e ancor meno restrizioni. Per l’ingresso in questa fascia bisogna però rispettare dei requisiti stringenti, che potrebbero presto essere modificati. Sulla base dei dati dell’ultima settimana, vediamo quali territori possono puntare alla zona bianca.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il miglioramento della situazione epidemiologica in Italia ha portato praticamente tutte le Regioni – con la sola eccezione della Valle d’Aosta – in zona gialla. Ma per molti territori la speranza è di riuscire ad arrivare addirittura in zona bianca: nella fascia con meno restrizioni, finora, è riuscita a entrare solamente la Sardegna, che ha poi però visto un’impennata dai casi fino alla zona rossa. Entrare in zona bianca vorrebbe dire l'addio a tante regole e restrizioni: resterebbero solo l’obbligo di indossare le mascherine e di distanziamento e il divieto di assembramenti. Con questa fascia di rischio si avrebbero tante riaperture in anticipo e potrebbe anche essere eliminato, o quantomeno spostato, il coprifuoco. Alcune Regioni puntano a entrare in zona bianca sin da subito, ma per farlo bisogna rispettare alcuni requisiti molto stringenti, anche se ora i presidenti di Regione chiedono di cambiare le regole. Ma, intanto, a sperare nella zona bianca ci sono già Friuli-Venezia Giulia, Molise e Sardegna, stando ai dati dell’ultimo report settimanale.

Le regole per entrare in zona bianca e le possibili modifiche

Attualmente per entrare in zona bianca serve un’incidenza inferiore ai 50 casi ogni 100mila abitanti per tre settimane consecutive, con inoltre uno scenario di rischio 1 e un livello di classificazione di rischio basso. Le Regioni, però, chiedono una parziale revisione di questi parametri, puntando sulla possibilità di accedere alla zona bianca in automatico con un’incidenza inferiore ai 50 casi ogni 100mila abitanti (senza, quindi, attendere tre settimane). Ci sarebbero da valutare anche altri parametri, come l’occupazione dei posti letto in area medica e in terapia intensiva. Inoltre, per evitare che i dati sull’incidenza vengano ‘falsati’, ci potrebbe essere un requisito minimo sui tamponi da effettuare quotidianamente.

Quali Regioni hanno dati in linea con la zona bianca

Il criterio più importante da rispettare per entrare in zona bianca è quello dell’incidenza, che deve essere inferiore ai 50 casi ogni 100mila abitanti per tre settimane. Nell’ultima settimana sotto questa soglia (per la prima volta) troviamo Friuli-Venezia Giulia (44), Molise e Sardegna (41). Sotto i 100 casi e quindi non lontanissime dall’obiettivo troviamo: Abruzzo (62), Lazio (95), Liguria (62), Lombardia (87), Marche (99), Bolzano (84), Trento (71), Sicilia (96), Umbria (75), Veneto (68). Per entrare in zona bianca serve uno scenario di rischio 1 e al momento tutte le Regioni rispettano questo requisito, nonostante si registri un indice Rt superiore a 1 in Umbria (1,03) e Molise (1,08), entrambi territori che sperano di poter diventare presto bianchi. Serve, inoltre, una classificazione del rischio bassa, ma in alcune Regioni che hanno un’incidenza inferiore a 100 il livello è invece moderato: è il caso di Lombardia e di nuovo dell’Umbria. Al momento, comunque, il primo passo verso la zona bianca è stato mosso solamente da Friuli-Venezia Giulia, Molise e Sardegna: se dovessero confermare questi dati per altre due settimane passerebbero in zona bianca. Sempre che i criteri non vengano rivisti prima anticipando quest’ingresso nella fascia con meno restrizioni.

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