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La versione di Piantedosi sulle Ong: “Calabria e Sicilia non devono essere campo profughi d’Europa”

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha difeso le decisioni del governo verso le navi di Ong che soccorrono persone migranti nel Mediterraneo. Queste sono state mandate a sbarcare in città anche molto distanti per “sgravare Sicilia e Calabria, che non devono essere i campi profughi d’Europa”, ha detto.
A cura di Luca Pons
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Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha risposto alle critiche degli ultimi giorni sulla gestione delle navi di Ong che operano nel Mediterraneo da parte del governo. Dopo la pubblicazione del cosiddetto decreto Ong, che ha stabilito nuove regole di condotta, le navi cariche di persone soccorse sono state inviate in porti sempre più lontani, cosa che ha allungato il tempo in cui queste persone non possono ricevere soccorsi e in cui le navi non possono operare altri salvataggi.

"Per quanto riguarda questo Governo e questo ministero, la Sicilia e la Calabria non devono essere condannate ad essere il campo profughi dell'intera Europa", ha detto Piantedosi, giustificando la scelta di porti come quello di Ancona, a diversi giorni di navigazione dal Mediterraneo centrale. "È necessaria un'equa distribuzione su tutti i luoghi di possibile sbarco con l'obiettivo di sgravare il più possibile la Sicilia e la Calabria".

Il ministro si trovava ad Agrigento, per un incontro convocato dalla prefetta Maria Rita Cocciufa con il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. "In questa provincia c'è il maggiore punto di approdi d'Europa", ha affermato. "Ospita tra 1.200 e 1.300 persone in accoglienza stabile. L'impegno che ho preso è di ritornare, al più presto, con qualcosa di tangibile".

Tornando sulla scelta di Ancona come porto sicuro, Piantedosi ha detto che i tecnici del ministero "hanno valutato che si poteva fare", perché le navi Ong in questione – Ocean Viking e Geo Barents – sono "navi di stazza importante" e possono affrontare il meteo. Gli equipaggi delle navi, invece, hanno sottolineato negli scorsi giorni che per andare ad Ancona servono quattro giorni di navigazione, che espongono i profughi soccorsi a venti forti e mare agitato.

A chi ha chiesto se fosse intenzionale la scelta di inviare le navi di Ong solo in città amministrate dal centrosinistra (Livorno, Ravenna, Taranto, Salerno, Bari, Gioia Tauro e Ancona nell'ultimo mese), il ministro dell'Interno ha risposto di no: "Ho massimo rispetto per tutte le critiche, soprattutto quelle dell'opposizione. Il nostro obiettivo è solo quello di garantire una redistribuzione equa".

"È giusto creare i presupposto e le condizioni per una distribuzione dei migranti su tutto il territorio nazionale", ha continuato Piantedosi.  "Se si fa la mappatura cromatica dei porti che abbiamo indicato da quando siamo in carica si vede che c'è stata una equa distribuzione – dice – questa è unicamente la ragione della scelta degli altri luoghi di possibili sbarchi. Lavoreremo affinché questa storia finisca al più presto".

Infine, il ministro ha parlato anche dei lavori diplomatici in corso per limitare le partenze di persone migranti dalla Tunisia: "Ho avviato rapporti telefonici proficui, il 16 gennaio ci sarà un primo rapporto proficuo con la Turchia, molto probabilmente dopo parlerò con il mio omologo tunisino".

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