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Il caso Pozzolo

“La verità sul caso Pozzolo verrà fuori, Delmastro mente”: l’accusa di Matteo Renzi

Il leader di Italia Viva non ha dubbi: la verità sul caso Pozzolo e sul ruolo del sottosegretario Delmastro è un’altra rispetto a quella raccontata finora e prima o poi verrà fuori, è “solo questione di tempo”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La verità sul caso Pozzolo è un'altra e presto verrà fuori. Fin dal primo momento, Matteo Renzi non ha nascosto di nutrire parecchi dubbi rispetto alla ricostruzione, uscita sui giornali, della festa di Capodanno a Rosazza. Il leader di Italia Viva ha anche interrogato il ministro Nordio al riguardo, senza ottenere particolari risposte: il Guardasigilli si è limitato a dire che il sottosegretario Delmastro non si è scelto la scorta da solo e che per parlare della vicenda bisogna aspettare l'esito delle indagini. Insomma, al momento non c'è un'altra verità rispetto a quella raccontata dal supertestimone Pablito Morello – caposcorta di Delmastro, che nel frattempo è stato sostituito – e dalla vittima dello sparo, il genero dell'agente Luca Campana.

Renzi, però, non ha mai creduto a questa versione dei fatti. Anche perché, va detto, il deputato Pozzolo continua a dire di non essere stato lui a sparare quella notte. "Sulla storia del pistolero di Capodanno, il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro se va bene è reticente, se va male mente – lo accusa il leader di Italia Viva nella sua enews di oggi – Io penso che stia facendo entrambe le cose. Penso anche che Meloni che non gli toglie la delega alla Polizia penitenziaria rischi in prospettiva di pagare a caro prezzo questa impuntatura". E continua: "A cosa mi riferisco? Lo vedrete presto. Non basta ripulire la scena del crimine… – scrive ancora Renzi – Fossi in Delmastro verrei velocemente in Parlamento a dire la verità prima che la verità la dica qualcun altro. Perché è solo questione di tempo, credetemi".

"A chi mi dice: ma perché insisti su questa storia? – continua Renzi – Perché trovo immorale che in una festa di Capodanno pubblici ufficiali usino un’arma da fuoco (una?) in una festa in cui ci sono dei bambini e che chi deve dire la verità stia mentendo o mandando pizzini da venti giorni". Secondo il senatore "è una cosa enorme" e "ne va della dignità dei membri del governo, della Polizia penitenziaria, delle istituzioni". Insomma, almeno per ora Renzi sta evitando di fare nomi – anche perché è consapevole di cosa rischierebbe lanciando accuse – ma sembra sapere qualcosa in più sulla festa di Capodanno rispetto a quanto ricostruito finora. L'unica consolazione è che basterà aspettare, lo dice anche l'ex premier: è solo questione di tempo.

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