Le elezioni non le ha vinte la destra. Le ha vinte Giorgia Meloni, trainandosi dietro tutta la coalizione. Una vittoria relativamente semplice, quella di Fratelli d'Italia, di certo attesa. Dopo cinque anni passati tutti all'opposizione, presentandosi come la perenne alternativa (indipendentemente da chi fosse a Palazzo Chigi, se i giallorossi o il governo di unità nazionale poco contava) Meloni raccoglie i frutti di un'ascesa basata sul contrasto a chiunque fosse al governo. Che, altro elemento di fortuna per Meloni, in momenti di pandemia e crisi economia, si è spesso trovato a prendere provvedimenti impopolari.
Insomma, in altre parole: finora è stata tutta in discesa per Giorgia Meloni, la parte difficile arriva adesso. E lo ha detto chiaramente anche Matteo Salvini, in un messaggio all'alleata che suona più come un avvertimento: stare nei banchi dell'opposizione è facile, prendersi la responsabilità di governare è un'altra cosa e spesso non ripaga in termini di consenso.
E in effetti la partita per la leader di FdI si apre ora. La stampa estera, già ai primi exit poll, iniziava a parlare di svolta verso l'estrema destra. La destra dura. Per la Cnn Meloni si starebbe preparando a diventare la presidente del Consiglio più a destra dai tempi di Mussolini. Insomma, mentre i sovranisti europei festeggiano, la comunità internazionale è all'erta.
Meloni, dal canto suo, ha già cominciato a vestire gli abiti rassicuranti. Il suo primo discorso nella notte, una volta consolidato il risultato del voto, mostrava un registro e un tono totalmente diversi da quelli a cui siamo abituati. È stato un discorso di governo, un invito alla responsabilità: "Da domani dovremo dimostrare il nostro valore. È importante capire che se saremo chiamati a governare lo faremo per tutti, per tutti gli italiani, con l'obiettivo di unire questo popolo", ha detto la leader di FdI.
Sono parole importanti, soprattutto se pronunciate appena dopo aver stravinto le elezioni. Una linea che però dovrà essere in grado di mantenere e fare altre due cose nello stesso tempo: dimostrare al suo elettorato di aver fatto bene a votare per lei e tenere compatta la coalizione di centrodestra. Tre cose praticamente impossibili da fare insieme.
Per proseguire nella luna di miele con il suo elettorato dovrebbe fare il contrario di quello che invece le richiederanno le riforme del Pnrr, la legge di bilancio, i decreti per affrontare la crisi energetica, magari una nuova recrudescenza del virus eccetera. Dovrebbe continuare a essere la leader dell'opposizione, quella del comizio di Vox in Spagna. Non cambiare dialettica solo per sintonizzarsi sulla frequenza dell'Unione europea e della comunità internazionale.
E imbarcarsi in questa missione impossibile cercando nel frattempo di tenere insieme la coalizione di centrodestra richiederà uno sforzo sovrumano. Perché dovrà tenere a bada le fibrillazioni interne di due alleati che insieme hanno totalizzato ben dieci punti in meno di quelli ottenuti da Fratelli d'Italia da solo. E che quindi cercheranno di riposizionarsi ai danni di FdI. Sia Lega che Forza Italia dovranno fare i conti con crisi identitarie e incognite per il futuro non indifferenti e il modo più semplice per farlo sarà picconare l'alleato ingombrante dall'interno, sperando di attirare nuovamente a sé un elettorato che Meloni ha rosicchiato con cinque anni di opposizione.