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Ora Giorgia Meloni vuole azzerare il Consiglio Superiore di Sanità: discontinuità con Conte e Draghi

Un emendamento di Fratelli d’Italia al decreto Milleproroghe chiede di azzerare i componenti del Consiglio Superiore di Sanità, a partire dal suo presidente Franco Locatelli. Una proposta che, se approvata, confermerebbe la volontà del partito della premier Meloni di marcare una netta discontinuità con le scelte che hanno segnato la gestione della pandemia di Covid.
A cura di Marco Billeci
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Nelle prossime ore, lontano dai riflettori, potrebbe essere messa in atto una delle più importanti operazioni di spoil system, progettata dal governo Meloni, nei primi mesi di vita dell'esecutivo. Una proposta di modifica di Fratelli d'Italia al decreto Milleproroghe in discussione in Senato, infatti, chiede di azzerare il Consiglio Superiore di Sanità.

L'emendamento è "segnalato" da Fdi, cioè è considerato tra quelli prioritari da votare, in commissione a palazzo Madama. Se fosse aprrovato, tutte le teste del Css cadrebbero, a cominciare da quella del suo presidente Franco Locatelli. E il più importante organismo consultivo del ministero della Salute verrebbe ricostruito da capo, secondo le indicazioni del nuovo governo, peraltro aumentato di dieci unità.

È facile leggere la piega politica della proposta avanzata dai senatori di Fdi. Il Consiglio Superiore di Sanità è stato infatti l'istituto che ha ispirato tutte le scelte più importanti dell'epoca Covid. E il suo operato è stato duramente criticato a più riprese da Meloni e i suoi, tanto che la nuova maggioranza ha annunciato l'intenzione di istituire una commissione d'inchiesta parlamentare per indagare sulle decisioni prese durante la pandemia.

Il Consiglio Superiore di Sanità è stato rinnovato dall'ex ministro della Salute Speranza nel febbraio 2022, con un mandato di tre anni, che dunque andrebbe a scadenza nel 2025. Se l'emendamento di Fratelli d'Italia sarà approvato, però, gli attuali membri dell'organismo verrebbero dimissionati nel giro di poche settimane.

Ecco, infatti, cosa recita il testo presentato dai senatori meloniani, primo firmatario Francesco Zaffini, presidente della commissione Affari sociali, Sanità e Lavoro del Senato:

Al trentesimo giorno dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, i componenti in carica del Consiglio superiore di sanità decadono automaticamente. Entro il medesimo termine, con decreto del ministro della Salute il Consiglio superiore di sanità è ricostituito.

Come detto, l'intervento sul Css non si ferma qui. L'emendamento targato Fdi stabilisce anche che il numero dei componenti dell'organo consultivo del ministero della Salute sia aumentato di dieci unità, rispetto ai trentuno attualmente nominati (a cui vanno aggiunti quelli partecipanti di diritto). L'allargamento corrisponderebbe alla necessità di rispondere alle mutate esigenze del dicastero, dopo la riorganizzazione decisa con il decreto Ministeri del novembre scorso.

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