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Covid 19

La variante Delta colpisce bambini e adolescenti: ecco perché adesso è importante vaccinarli

L’aumento dei contagi dovuto alla circolazione della variante Delta comporta una crescita dei casi anche tra i più piccoli, con un’incidenza in crescita per i giovani fino a 18 anni. Proprio per questo motivo si punta molto sulla vaccinazione delle fasce d’età che vanno dai 12 ai 19 e dai 20 ai 29 anni.
A cura di Stefano Rizzuti
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La diffusione della variante Delta in Europa e negli Stati Uniti preoccupa non solo per la maggiore circolazione del virus, ma anche per l’impatto sui più piccoli. Con un aumento dei contagi e una frenata dovuta ai vaccini, è inevitabile un aumento dei casi tra i bambini e, di conseguenza, anche dei ricoveri. Negli Stati Uniti si è toccato il record di bambini ricoverati, anche se non c’è alcuna dimostrazione che la variante Delta sia più pericolosa per loro. Ma la maggiore contagiosità comporta più casi e, inevitabilmente, più ricoveri. Per questo motivo negli Usa si spinge per la vaccinazione anche degli under 12, con un appello che viene ripreso dalla Società italiana di pediatria, secondo cui serve un vaccino per i più piccoli.

La diffusione del virus tra 20enni e minorenni

L’ultimo report settimanale dell’Iss lancia l’allarme anche per l’aumento de casi tra i bambini, con un’incidenza aumentata tra i piccoli fino a 9 anni. Un dato che, comunque, segue l’andamento generale dell’epidemia in questa fase. Attualmente per i bambini da 0 a 9 anni l’incidenza ha superato i 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti, registrando i numeri più alti da inizio maggio. Nella fascia 10-19 l’incidenza è molto più alta, a 156. Tra i 20 e i 29 anni, invece, siamo a quota 146, per poi riscendere nelle fasce più avanzate: incidenza a 79 per i trentenni e a 56 per i quarantenni. A preoccupare, quindi, sono soprattutto i giovani e giovanissimi, fasce per cui l’incidenza è più alta.

Le vaccinazioni tra i giovanissimi

Il tema centrale è quello della vaccinazione dei più giovani. Per i ragazzi tra i 16 e i 19 anni ha ricevuto la prima dose o la dose unica quasi il 60% di loro, mentre il 38% ha completato il ciclo vaccinale. È in attesa di prima dose o della dose unica il 40% della popolazione di questa fascia d’età, ovvero 929mila persone. Passando alla categoria dai 12 ai 15 anni, invece, vediamo che ha ricevuto la prima dose o dose unica quasi il 30%, mentre ha completato il ciclo vaccinale solamente l’11%. In attesa della prima dose c’è il 70%, pari a 1,62 milioni di giovanissimi. Per quanto riguarda i 20enni a completare il ciclo è stato il 50% di loro, mentre è in attesa di seconda dose il 20% e in attesa della prima quasi il 30%. L’obiettivo del governo ora è quello di incentivare i giovanissimi a vaccinarsi e proprio per questo da oggi, 16 agosto, i ragazzi dai 12 ai 18 anni avranno una corsia preferenziale. Come indicato dal commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus, Francesco Paolo Figliuolo, potranno andare direttamente negli hub e ricevere il vaccino senza prenotazione. Nella speranza che sempre più minorenni siano vaccinati per l’inizio del nuovo anno scolastico.

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