La Tunisia chiede le scuse ufficiali di Salvini per il blitz al citofono: “Azione vergognosa”
Il deputato Sami Ben Abdelaali, parlando a nome del Parlamento tunisino, ha chiesto le scuse ufficiali di Matteo Salvini nei confronti della famiglia tunisina, residente nel quartiere Pilastro di Bologna, a cui l'ex ministro dell'Interno ha deciso ieri sera di suonare al citofono chiedendo: "A casa vostra si spaccia?". Come riporta Repubblica, il parlamentare tunisino ha definito il blitz di Salvini un'azione vergognosa, fatta per ottenere qualche voto in più alle regionali. Sami Ben Abdelaali ha affermato che la comunità tunisina è sconvolta dall'atto diffamatorio contro una famiglia ben integrata e lavoratrice, specialmente in quanto questo arriva da un ex carica di governo.
"Azione vergognosa per qualche voto in più"
"In Tunisia quest'azione vergognosa di Salvini ha scatenato una grande protesta unita a manifestazioni di solidarietà nei confronti della famiglia tunisina e del minore citati per nome dall'ex (per fortuna) ministro dell'Interno", ha dichiarato Sami Ben Abdelaali, raccontando che al Parlamento di Tunisi siano tutti "sbalorditi per l'attacco diffamatorio di una famiglia di lavoratori, oltretutto sferrato da una persona che in Italia ha ricoperto incarichi di governo". Sami Ben Abdelaali, che è stato anche presidente di un istituto bancario siciliano ed è stato eletto al Parlamento tunisino nelle liste dei tunisini all'estero, ha poi affermato: "Anche se un parente di questa famiglia ha avuto precedenti penali, questo non giustifica una tale campagna di odio. Chi sbaglia deve pagare, ma non possiamo tollerare il discredito sull'intera comunità tunisina che è sana e lavoratrice".
"Trattare così nostri immigrati è una vergogna difendo la dignità e diritti dei nostri cittadini. Se ci fosse stato un problema si poteva segnalare alle autorità competenti, senza alcun bisogno di messinscene a favore di telecamere. Salvini capisca che queste azioni per ottenere qualche voto in più non sono più di moda, i rapporti internazionali fra Italia e Tunisia vanno bel al di sopra dei suoi incitamenti discriminatori", ha concluso il parlamentare tunisino. "Siamo sbalorditi, la Tunisia non merita un trattamento del genere".
Il blitz di Salvini a Bologna
Ieri sera, seguendo le indicazioni di una residente della zona, il leader della Lega è andato a citofonare a casa di alcuni "presunti spacciatori". Circondato da forze dell'ordine e giornalista, in diretta Facebook, Salvini fa il nome della famiglia e mostra il palazzo in cui vive. Citofona e chiede se può salire in casa loro. "Ci hanno segnalato che da voi parte lo spaccio del quartiere", chiede Salvini.
Fanpage.it ha parlato con il "presunto spacciatore", un ragazzo di 17 anni, che non era in casa quando Salvini ha citofonato alla sua famiglia. Che ci ha raccontato di voler denunciare la donna che ha portato il leader leghista a diffamarlo in diretta Facebook. "Vado a scuola, sono minorenne e sono un ragazzo normalissimo: mio padre lavora e non mi manca niente", ha dichiarato il ragazzo.