La trattativa sulla soglia di sbarramento alle elezioni europee che sta spaccando il centrodestra
C'è un nuovo caso nel centrodestra: la soglia di sbarramento alle prossime elezioni europee. Manca poco meno di un anno, ma l'appuntamento è di quelli importanti. Tanto che Lega e Forza Italia hanno già cominciato a marcare le distanze su una serie di temi, in odore di campagna elettorale. Ma tra i due partiti di maggioranza sta nascendo un fronte unito, per dire no alla trattativa che – secondo diverse fonti parlamentari di provenienza politica eterogenea – si sta sviluppando tra i palazzi romani: abbassare la soglia di sbarramento dal 4% al 3%, equiparandola a quella delle elezioni politiche.
Alle elezioni europee, che si terranno all'inizio di giugno 2024, si vota con un sistema proporzionale puro che non prevede alleanze e premia i partiti che hanno maggiore consenso grazie allo sbarramento al 4%. In sostanza i seggi a disposizione si dividono in maniera proporzionale, appunto, tra i partiti che hanno superato i quattro punti percentuali. Sondaggi alla mano, questo significherebbe – molto probabilmente – tagliare fuori tutti i partiti da Azione in giù. Salvo stravolgimenti degli equilibri politici, otterrebbero seggi sicuramente Fratelli d'Italia, il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle, la Lega e Forza Italia. Per tutti gli altri, si tratta perlopiù di un'impresa.
Nelle ultime ore, però, sono cominciate a circolare – sia sui giornali che nelle agenzie di stampa – ricostruzioni sempre più insistenti su una trattativa in corso per abbassare la soglia di un punto percentuale. Da un lato ci sarebbero noti esponenti di Fratelli d'Italia, guidati dal braccio destro di Meloni, il ministro Francesco Lollobrigida. Dall'altro i leader dei partiti più piccoli, praticamente tutti all'opposizione.
Nelle ultime settimane, il tema era stato posto con forza dall'alleanza Verdi e Sinistra, che sarebbe in prima fila nelle trattative di queste ore. Con loro anche Italia Viva, tanto che si vocifera che Matteo Renzi avrebbe promesso ai meloniani la sponda su alcune riforme in cambio del taglio di un punto. Anche perché l'ex presidente del Consiglio ha scommesso tutto sulle europee – che tanto gli hanno portato fortuna in passato – candidandosi in prima persona.
A spezzare l'inaspettato idillio tra destra, sinistra e centro, sono arrivati una serie di comunicati glaciali dal resto del centrodestra: "La Lega è contraria ad abbassare la soglia di sbarramento in vista delle elezioni europee – ha fatto sapere il Carroccio – la modifica della legge elettorale non è una priorità, ma soprattutto è giusto che gli italiani scelgano i propri rappresentanti senza che ci siano aiutini. Chi ha i voti, ottiene il seggio". E ancora: "Peraltro, in teoria sarebbe più ragionevole alzare la soglia consentirebbe di limitare la frammentazione politica che rende il Paese più debole". Ancora più duro il portavoce nazionale di Forza Italia, Raffaele Nevi: "Non so nemmeno dove sia nata l'ipotesi – ha detto – Per noi la soglia al 4% non si deve toccare, siamo totalmente contrari, soprattutto in diminuzione".