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La Toscana approva la legge sul fine vita: è la prima Regione in Italia a farlo

La Toscana è la prima regione in Italia ad approvare la legge sul Fine vita. Il Consiglio regionale ha varato il provvedimento nel pomeriggio. Critica la maggioranza: “È incostituzionale”.
A cura di Francesca Moriero
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Il Consiglio regionale della Toscana ha dato il via libera alla proposta di legge sul fine vita, sostenuta dall'associazione Luca Coscioni e firmata da oltre diecimila cittadini. Con questo passo, la regione Toscana diventa la prima in Italia a disciplinare la procedura di richiesta per il suicidio assistito, stabilendo regole precise per chi desidera accedervi. La legge rappresenta un importante avanzamento nel riconoscimento della libertà di scelta riguardo al suicidio assistito, o morte assistita, stabilendo un quadro giuridico chiaro e strutturato per chi desidera porre fine alla propria sofferenza con l'assistenza medica.

Il voto del consiglio regionale

Il testo della legge, intitolato "Liberi subito", è stato approvato con 27 voti favorevoli (Pd, Iv, M5s, Gruppo Misto) e 13 contrari (Lega, Fi, Fdi). La proposta è stata tuttavia modificata da dodici emendamenti, che ne hanno affinato gli aspetti procedurali e organizzativi. Tra le principali novità, spicca l'obbligo per le Aziende Usl di costituire una commissione multidisciplinare permanente che verifichi i requisiti per accedere al suicidio assistito. Il tutto dovrà avvenire entro 15 giorni dall'entrata in vigore della legge.

I dettagli della procedura

Secondo la legge, la verifica dei requisiti dovrà essere completata entro 20 giorni dalla richiesta. Se positiva, la commissione stabilirà le modalità di attuazione del suicidio assistito entro 10 giorni. Entro una settimana, l'azienda sanitaria locale dovrà poi fornire supporto tecnico, farmacologico e assistenza sanitaria per la somministrazione del farmaco. Questi servizi saranno gratuiti, con un finanziamento annuo di 10mila euro per tre anni.

Le parole di Marco Cappato

Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, ha celebrato il voto come una "grande vittoria per la libertà di scelta". Cappato ha sottolineato che la Toscana è la prima regione in Italia a dare concretezza alla sentenza della Corte costituzionale, un traguardo raggiunto grazie anche alla sua azione di disobbedienza civile per Dj Fabo.

Con l'approvazione in Toscana della legge sul fine vita nelle altre Regioni "l'auspicio è che anche altre Regioni approvino la proposta di legge", la "Liberi Subito", ha sottolineato Filomena Gallo, avvocata e segretaria dell'associazione Luca Coscioni. "Ci aspettiamo – ha aggiunto – che ci sia un dibattito pacato, perché qui non c'è una lotta tra cattolici e non cattolici; cure palliative e non. Noi siamo con tutti coloro che sono pronti a lavorare per una rete diffusa di strutture sul territorio per i trattamenti e le cure palliative. Però siamo con tutte le persone che vogliono essere libere di scegliere come morire".

Pd: "Il testo è equilibrato"

"Il testo equilibrato votato poco fa a larga maggioranza e in un clima di dialogo dal Consiglio regionale toscano in materia di fine vita rappresenta una sfida positiva per il Parlamento nazionale che sin qui non è stato in grado di rispondere positivamente alla sentenza della Corte, creando incertezza per le persone e per gli operatori", ha detto il costituzionalista ed ex parlamentare del Pd Stefano Ceccanti. "Il testo si dichiara norma cedevole, la cui efficacia verrà quindi meno al momento della sperabile approvazione di una normativa nazionale. Il Consiglio regionale toscano presieduto da Antonio Mazzeo ha fatto bene il suo dovere, faccia altrettanto il Parlamento nazionale".

"Oggi è un bel giorno per i diritti. La Toscana è infatti la prima regione italiana a riconoscerne uno fondamentale: quello di essere liberi fino alla Fine. Dopo anni di silenzi, rinvii e ipocrisie a livello nazionale, la Regione Toscana ha deciso di ascoltare chi soffre e di dare risposte a chi chiede solo dignità. Il suicidio medicalmente assistito è già stato riconosciuto dalla Corte Costituzionale, ma in Italia è rimasto ostaggio di una politica che ha preferito voltarsi dall'altra parte. Ora una legge c'è. Una legge di civiltà, che permette a chi non ha più speranze e vive in condizioni insostenibili di poter scegliere con consapevolezza, senza ostacoli e senza doversi rivolgere a un tribunale per ottenere quello che gli spetta", ha detto Marco Furfaro, deputato e responsabile welfare del Pd, su Instagram. "Ma non basta. Questo non può essere un privilegio geografico. Serve una legge nazionale che riconosca, per tutte e per tutti, quello che in Toscana è diventato realtà: la libertà di scegliere fino alla Fine. Presidente Meloni, non si nasconda. Dia, piuttosto, segni di vita".

"Grazie a Più Europa Toscana che si è mobilitata da subito per contribuire al successo dell'iniziativa promossa dall'Associazione Coscioni sul Fine vita. È un risultato prezioso per garantire il rispetto della libertà di scelta dei cittadini sul Fine vita dai rischi di arretramento rispetto a quanto sancito dalla Corte Costituzionale. Il Parlamento non può più aspettare. E' ora che in tutta Italia ci sia una legge sul Fine vita: i diritti non possono essere appannaggio solo di alcune regioni. Si calendarizzi la nostra proposta di legge, depositata da tempo alla Camera", è il commento del segretario di +Europa, Riccardo Magi.

"È davvero una buona notizia che la regione Toscana abbia approvato una legge sul fine vita. Nell'inerzia imperdonabile del legislatore nazionale, la legge toscana costituisce un atto doveroso per garantire la dignità e la libertà della persona fino alla fine", ha detto il senatore Ivan Scalfarotto, capogruppo in Commissione Giustizia di Italia Viva. "Questo diritto è già garantito in Italia dalla Corte Costituzionale ma la sua applicazione, in assenza di una legge valida in tutto il Paese, lascia i cittadini che vogliano esercitare questo diritto nell'incertezza e in balia delle burocrazie. Bisogna che il passo di oggi costituisca l'inizio di un processo che porti a quella legge nazionale che ci consentirà finalmente di superare l'insopportabile discriminazione che si verifica oggi tra cittadini italiani basata sulla regione di residenza".

La maggioranza contro la legge sul fine vita

"Il Consiglio regionale della Toscana ha deciso di andare avanti con una grave forzatura approvando la legge sul suicidio medicalmente assistito –  ha detto il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri -Avevo già espresso la mia opinione su questo tema quando la questione era stata sollevata, e rimango dell'idea che una materia così delicata debba essere trattata da chi ne ha le competenze, quindi il Parlamento. È stata la stessa Corte Costituzionale a stabilire che tale decisione non può essere derogata da interventi normativi degli enti locali. Accolgo, quindi, il grido di allarme dell'associazione Pro Vita, il dispiacere del vicepresidente della CEI e dei vescovi della Toscana, che giustamente esprimono le loro preoccupazioni per una legge puramente ideologica. Non si tratta solo di rispettare o meno la Costituzione, ma di tutelare la VITA. Lo Stato ha il dovere di offrire tutto il supporto e l'aiuto necessari a chi soffre, ma avendo sempre come faro la tutela del valore primario che ciascuno di noi ha, la Vita".

Secondo Fdi la legge ha profili incostituzionalità. "Come Fratelli d'Italia abbiamo votato contro la legge sul Fine vita della Regione Toscana e nel corso del dibattito abbiamo ampiamente dimostrato che questa materia non è di competenza legislativa delle Regioni", hanno commentato il gruppo di Fratelli d'Italia nel Consiglio regionale toscano, Vittorio Fantozzi e i consiglieri regionali Sandra Bianchini, Alessandro Capecchi, Diego Petrucci, Elisa Tozzi e Gabriele Veneri.

"La legge – si legge in una nota – fa venir meno il principio di uguaglianza tra i cittadini e non è chiaro a chi potrà applicarsi. Per ribadire il nostro dissenso riguardo l'incompetenza della Regione sul tema, non abbiamo partecipato al voto sugli emendamenti perché avrebbe legittimato un percorso istituzionale che non condividiamo. C'è poi da dire che si è voluto trasformare una vicenda procedurale, attuativa della sentenza della Corte costituzionale 242 del 2019, in una questione politica; ignorando perfino una circolare del Ministero della salute che sin dal 2022 aveva chiesto alle Regioni di provvedere tramite il SSN. È assurdo che proprio con la legge toscana ciò che concerne il ‘Fine vita' rientrera' nei servizi extra LEA, mentre la circolare del Ministero dice l'esatto opposto. Il punto – secondo FdI – è che ci sono cittadini che richiedono un intervento normativo in questo senso ma non sono le Regioni a doverlo fare. Di fatti questa norma è già incostituzionale ancor prima di entrare in vigore e quella domanda fatta dai promotori della legge sarà comunque inevasa. Ciò non toglie che il Parlamento debba – con i tempi che una simile materia impone per i tanti risvolti, sociali, umani, personali – trovare un punto di equilibrio tra il diritto alla vita e il diritto alla autodeterminazione in casi estremi. Senza spalancare le porte ad applicazioni che in alcuni paesi del Nord Europa stanno già provocando situazioni al limite, come il suicidio assistito addirittura accordato ai minorenni ‘stanchi di vivere'. Ci spiace – si legge infine – che già adesso ci siano personalità che ritengono che chi oggi vota contro in Toscana, lo farà anche in Parlamento!".

I vescovi: "Sconfitta per tutti sancire diritto alla morte"

"Sancire con una legge regionale il diritto alla morte non è un traguardo, ma una sconfitta per tutti", ha detto il cardinal Paolo Augusto Lojudice, presidente della Conferenza Episcopale Toscana, commentando in una nota l'approvazione della legge regionale sul suicidio medicalmente assistito da parte del Consiglio Regionale della Toscana. "Prendiamo atto della scelta fatta dal Consiglio Regionale della Toscana – osserva il presule -, ma questo non limiterà la nostra azione a favore della vita, sempre e comunque. Ai cappellani negli ospedali, alle religiose, ai religiosi e ai volontari che operano negli hospice e in tutti quei luoghi dove ogni giorno ci si confronta con la malattia, il dolore e la morte dico di non arrendersi e di continuare ad essere portatori di speranza, di vita. Nonostante tutto".

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