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La tassa sugli extraprofitti delle banche arriva in Senato, Forza Italia chiede modifiche

Martedì prossimo la tassa sugli extraprofitti bancari arriverà in Senato e Forza Italia ha ribadito che in sede parlamentare si opererà per fare alcune modifiche alla misura.
A cura di Annalisa Girardi
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La tanto discussa tassa sugli extraprofitti bancari sta per arrivare in Parlamento, dove anche parte della maggioranza punta a rivederne alcuni punti. "La mia posizione coincide con quella del vicepremier Antonio Tajani: sono certo che il Parlamento saprà trovare la giusta mediazione tra la proposta avanzata e le posizioni dei diversi soggetti coinvolti", ha commentato il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, parlando della misura in un'intervista con La Stampa.

Martedì prossimo il decreto Asset, in cui è contenuta anche la tassa sugli extraprofitti delle banche, arriverà in Senato. Ma anche i tecnici del servizio bilancio del Senato mettono sul tasso alcuni dubbi, affermando che ci sia "un possibile rischio legato all’eventuale incompatibilità costituzionale della disposizione". Questa incostituzionalità "potrebbe essere dichiarata dopo l’avvenuto introito e la conseguente spesa delle somme in questione, il che determinerebbe un peggioramento dei saldi, corrispondente alle risorse che dovessero essere restituite alle banche per effetto della dichiarazione di illegittimità costituzionale".

Insomma, è probabile che la misura vada incontro a diverse modifiche. Il provvedimento era stato licenziato dal governo lo scorso agosto per sostenere i cittadini più colpiti dalle politiche bancarie della Bce che, per contrastare l'inflazione, da un anno continua a rialzare i tassi di interesse. Tutto ciò ricade specialmente su chi ha contratto un mutuo a tasso variabile, che oggi si trova a pagare rate esorbitanti.

Forza Italia era stata però fin da subito molto critica con il provvedimento, annunciando emendamenti in Parlamento. In particolare il partito fondato da Silvio Berlusconi chiede di escludere dalla tassazione le banche che non sono sotto il diretto controllo della Banca centrale europea, in primis i piccoli istituti e le banche di prossimità.

"Bisogna rivedere la norma affinché non crei problemi al nostro sistema economico-finanziario e non ci siano ricadute sulle prossime aste per i titoli di Stato", aveva detto il segretario di FI, Antonio Tajani, pur non rinnegando che sia giusto chiedere agli istituti di credito un contributo in questo difficile momento. Quello delle piccole banche non è l'unico aspetto che Forza Italia chiede di modificare: si punta anche a escludere dalla tassazione i titoli di Stato.

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