La storia dell’Agenzia delle Entrate e dell’accesso ai conti correnti, smentita dal governo
Le lettere maiuscole, nel post della presidente del Consiglio, non lasciano spazio a interpretazioni: "Avviso ai naviganti – scrive Giorgia Meloni sui suoi social – nella legge di bilancio NON C'È la misura che consentirebbe all’Agenzia delle Entrate di accedere direttamente ai conti correnti degli italiani per recuperare le imposte non pagate". E attacca: "Consiglio di non inseguire i sentito dire o documenti non ufficiali". Certo, verrebbe da dire, i documenti non ufficiali – Meloni si riferisce alle bozze della manovra che stanno circolando in queste ore – sicuramente non sono stati diffusi grazie a qualche misteriosa gola profonda. Più facile che a farle circolare siano stati gli stessi esponenti del governo. Che poi, tra l'altro, il Consiglio dei ministri ha approvato la manovra dieci giorni fa. E qui verrebbe da chiedersi: ma cosa hanno approvato? Le bozze sono tutte diverse e, come dice Meloni, tutte inattendibili.
Sta di fatto che, in tutte le bozze, c'è questa misura che prevede l'accesso diretto – per via telematica – dell'Agenzia delle Entrate ai conti correnti dei debitori, per poi ordinare il pignoramento. Il punto è che, dato che ora l'ente della riscossione non ha questa facoltà, bisogna chiedere l'autorizzazione alla banca o all'istituto di credito. Poi passano dei giorni che danno tutto il tempo al debitore, se i soldi effettivamente sul conto ci sono, di far sparire i fondi in tutta fretta. Insomma, con la nuova misura del governo Meloni l'Agenzia delle Entrate potrebbe vedere direttamente la giacenza sui conti dei debitori e ordinare un eventuale pignoramento.
Vari esponenti del governo hanno criticato e smentito la presenza della norma durante tutta la giornata, poi, in serata, è arrivata una velina da Fratelli d'Italia: la presidente Meloni ha bloccato la norma. C'era anche il virgolettato: "Non se ne parla, questa norma non passa", avrebbe detto dopo aver visto la bozza della manovra. Una manovra, vale la pena di ribadirlo, che la stessa Meloni ha approvato dieci giorni fa in Consiglio dei ministri. Insomma, alla fine la norma non ci sarà, come garantito a chiusura di giornata pubblicamente dalla premier. Ma va anche detto che il governo, stavolta, ha fatto tutto da solo.