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Covid 19

La storia dei magistrati che minacciano di sospendere i processi se non verranno vaccinati subito

“Nessuna minaccia di sospensione dell’attività giudiziaria. L’Associazione nazionale magistrati non sospende nulla, non ne ha il potere, non ha mai pensato di farlo”, assicura il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, dopo la polemica sui magistrati che minacciavano di rallentare i processi e le udienze. Nessuna richiesta di vaccinare prioritariamente i magistrati, garantisce Santalucia.
A cura di Stefano Rizzuti
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I magistrati chiedono di poter essere vaccinati contro il Covid con priorità e minacciano di rallentare i processi nel caso in cui ciò non avvenga. Una posizione che, però, viene smentita poche ore dopo. L’Associazione nazionale magistrati spiega di aver solo posto il problema, ma di non aver minacciato lo stop alle udienze in caso di mancata priorità ai giudici sui vaccini. “Nessuna minaccia di sospensione dell’attività giudiziaria. L’Associazione nazionale magistrati non sospende nulla, non ne ha il potere, non ha mai pensato di farlo”, afferma il presidente Giuseppe Santalucia. L’Anm, in questi giorni, era già stata informata del fatto che lo stato di emergenza sull’attività giudiziaria sarebbe stata prorogata fino al 31 luglio, così come sapeva che il governo è deciso di voler proseguire con le vaccinazioni seguendo unicamente il principio delle fasce d’età. Una serie di questioni affrontate durante il colloquio avuto dall’Associazione con la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, lo scorso 18 marzo.

La nota dell'Anm e la minaccia di rallentare le udienze

La prima nota è quella della Giunta esecutiva dell’Anm, con cui l’Associazione invitava “i dirigenti degli uffici giudiziari, con la sollecitudine che la gravità del momento richiede, ad adottare, a tutela della salute, energiche misure organizzative al fine di rallentare immediatamente tutte le attività dei rispettivi uffici. senza escludere, nei casi più estremi, anche la sospensione dell'attività giudiziaria non urgente”. Una minaccia nata, secondo quanto si legge nel documento dei magistrati, dopo la pubblicazione del nuovo piano strategico vaccinale che “non prevede più, tra i gruppi target di popolazione cui offrire il vaccino in via prioritaria, i lavoratori del comparto giustizia”.

Secondo l’Anm “il governo considera dunque il servizio giustizia con carattere di minore priorità rispetto ad altri servizi essenziali già sottoposti a vaccinazione”. E scriveva ancora: “L’esclusione del comparto giustizia dalla programmazione vaccinale, specie in un momento di grave recrudescenza dell'emergenza pandemica, imporrà fin da subito il sensibile rallentamento di tutte le attività giudiziarie che devono necessariamente essere svolte in presenza, donde l'inevitabile allungamento dei tempi di definizione dei processi”.

Magistrati chiariscono: nessuna richiesta vaccinazione prioritaria

Solo nelle ultime ore è arrivato il chiarimento della stessa Anm. Il presidente Santalucia spiega che i magistrati hanno posto un problema, ovvero se le “udienze affollate possano oggi convivere con il problema drammatico di una recrudescenza del virus”. Santalucia sottolinea che “quella nota non era una richiesta di vaccinazione prioritaria della corporazione dei magistrati. Abbiamo detto che in un periodo in cui si chiude l'Italia di considerare che l'udienza è un luogo di esposizione a rischio”. Non basta, comunque, la proroga dell’attività emergenziale: “Ci sono settori di attività giudiziaria che continuano in presenza fisica in situazioni logistiche non adeguate”.

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