La stanza anti-aborto all’ospedale di Torino apre a settembre, Gribaudo (Pd): “Vogliono aggirare la 194”
Lunedì è stata annunciata l'istituzione di una stanza all'ospedale Sant'Anna di Torino, frutto di una convenzione firmata dalla Città della Salute e dalla Federazione Movimento Per La Vita. Si tratta di uno spazio pensato per le donne che vogliono abortire: in questa stanza si cercherà di aiutare le donne a "superare le cause" che le hanno portate a prendere la decisione di interrompere la gravidanza. Una vera e propria ‘invasione di campo' nella sfera intima delle donne che scelgono di ricorrere all'aborto.
L'iniziativa formalmente si propone di "fornire supporto e ascolto a donne gestanti che ne abbiano necessità, nell'ambito di un più generale percorso di sostegno durante e dopo la gravidanza alle donne che vivono il momento con difficoltà". La stanza è sembrata un'ottima idea a Fratelli d'Italia, mentre è stata fortemente criticata dalle opposizioni. L'assessore alle Politiche Sociali della Regione Piemonte, Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia) si è detto infatti della convenzione: "Ogni volta che una donna abortisce perché si è sentita abbandonata di fronte alla sfida della maternità siamo di fronte a una drammatica sconfitta delle istituzioni. Per questa ragione aprire nel principale ospedale ostetrico ginecologico del Piemonte uno spazio dove donne e coppie in difficoltà possano trovare aiuto nei progetti a sostegno della vita nascente è una conquista sociale per tutta la comunità".
Il responsabile del reparto interruzioni Volontarie di gravidanza, e consigliere comunale di +Europa&Radicali Italiani di Torino, Silvio Viale, aveva assicurato a LaPresse la stanza non sarebbe mai diventata realtà: "L'iniziativa dell'assessore Marrone rientra nella migliore tradizione dei blitz d'estate, con i golpe durante le ferie. Non ci sarà nessuna stanza del ‘Movimento per la vita' lungo il percorso della 194 all'ospedale Sant'Anna. Se la direzione sanitaria vuole dare una sede al Movimento per la Vita questa sarà il più lontano possibile dai reparti. Se una donna vorrà rivolgersi a loro potrà usare le loro sedi".
E ancora: "Non ci sarà alcuna interferenza all'ospedale Sant'Anna nel percorso per la 194, siamo il principale ospedale italiano con 2.500 aborti all'anno, oltre i 6500 parti che l'ospedale fa. Abbiamo un reparto dedicato, un day hospital dove svolgiamo attività non solo per la 194, ma anche per gli aborti spontanei e i piccoli interventi per cui non sono affatto preoccupato. Siamo abituati ad avere presidi antiabortisti davanti all’ospedale e non hanno mai creato problemi alle donne, le quali entrano ognuna con le proprie ragioni e le proprie storie. Non accetterò alcuna molestia nei confronti delle donne".
Ma le ultime notizie sembrano sconfessare la presa di posizione di Silvio Vitale. La Direzione generale della Città della Salute di Torino ha infatti fatto sapere questa mattina che il progetto è ancora in piedi, specificando anzi che la stanza sarà operativa a settembre.
In relazione a "notizie che si sono diffuse nelle ultime ore, a proposito del fatto che la stanza d'ascolto per le donne in gravidanza all'ospedale Sant'Anna non verrà più istituita, la Direzione generale della Città della Salute di Torino smentisce quanto riportato. Viene confermata in toto la convenzione firmata venerdì scorso" con la Federazione Movimento per la vita del Piemonte, comunica l'azienda ospedaliero-universitaria.
"A partire dal mese di settembre sarà pronta una stanza di ascolto per le donne in gravidanza. stanza che – precisa l'Aou – non sarà di intralcio al percorso sanitario che da sempre contraddistingue l'ospedale Sant'Anna. Tutto ciò nel pieno rispetto di quanto previsto dalla Legge 194/1978″.
Gribaudo a Fanpage.it: "Nuovo tentativo di aggirare la 194"
"È l’ennesimo attacco alla libertà delle donne, al diritto di decidere sul proprio corpo. Un tentativo, ancora una volta, di aggirare la legge 194 – ha commentato a Fanpage.it la vicepresidente del Partito Democratico, Chiara Gribaudo – Non sorprende che questo attacco arrivi dall’assessore Marrone in combutta con le Associazioni Pro Life. Sorprende, piuttosto, la disponibilità dell’azienda ospedaliera pubblica ad un’operazione dubbia di questo tipo. Ne chiediamo l’immediata chiusura. Insieme a noi ci sono tante donne, dentro e fuori l’ospedale, e i sindacati. Il Pd è in prima linea per difendere questo diritto. Alla nostra Regione servono più consultori, più politiche di welfare familiare, più asili nido, al Paese serve più lavoro femminile. Quello che abbiamo davanti, invece, è un tentativo di raggiro e di pressione psicologica in un ambito che dovrebbe essere sicuro. È questo l’incentivo alla natalità del governo Meloni? Cirio e Marrone facciano un passo indietro e chiedano scusa alle donne piemontesi".