Gira e rigira siamo di nuovo allo stesso punto: l'emergenza. Serve subito un cambio di passo, servono subito le riforme, serve subito uno shock all'economia, serve subito un piano per il lavoro, serve subito una nuova legge elettorale: insomma, serve subito un Governo in grado di fare. Da anni. Così, la logica che aveva giuidato la formazione del Governo Monti e la gestione della crisi post pareggio alle politiche del 2013, sarebbe sostanzialmente la stessa, con il tentativo di uscire da una fase di stallo (o di estrema difficoltà come nel caso delle dimissioni forzose di Silvio Berlusconi) con un cambio di squadra, senza passare dalle elezioni. Una operazione in pieno stile Prima Repubblica, nonostante ora ci si affanni a dire il contrario, descrivendo una sorta di ribaltone 2.0 utile forse a cambiare la percezione (non la sostanza) della manovra di palazzo in atto.
Nei prossimi giorni, dunque, potrebbe prendere corpo l'ipotesi (smentita con una frequenza paradossale dai diretti interessati nelle ultime settimane) di un cambio della guardia a Palazzo Chigi, con tanto di "reimpostazione della maggioranza parlamentare" e, ovviamente, di azzeramento della squadra di Governo (dovrebbero salvarsi praticamente solo Delrio e Franceschini). La convulsa cronaca politica di queste ore è riassunta con precisione da Claudio Cerasa sul Foglio: "I puntini sono questi: il lungo e convincente incontro di lunedì tra il sindaco di Firenze e il presidente della Repubblica, il breve e interlocutorio colloquio di ieri mattina tra il premier e il capo dello stato, le richieste di dimissioni di Letta presentate ieri dai piccoli partiti della maggioranza (da Scelta civica), le telefonate preoccupate dei lettiani ai leader della minoranza pd (non fidatevi di Renzi), la ricerca tra i renziani dei numeri per avere un’agile fiducia al Senato (siamo a quota 194), […] la ricerca di una squadra di dodici o quattordici ministri da presentare la prossima settimana, l’eccitazione degli avversari di Renzi che non vedono l’ora di veder abbrustolire sulla graticola di Palazzo Chigi l’amico del Giaguaro e infine, dettaglio utile, la ricerca di un nuovo volto da candidare in primavera a Firenze al posto di Renzi".
Una rappresentazione chiara di quanto sta avvenendo, cui bisogna necessariamente aggiungere l'abbandono della cautela da parte di alcuni renziani della prima ora (che ormai parlano senza mezzi termini di "Matteo al timone"). Il punto è capire come Letta risponderà all'attacco concentrico sferrato in queste ore dalla macchina renziana. Perché paradossalmente (più o meno) l'accelerazione al processo che porterebbe ad una staffetta interna al Partito Democratico arriva proprio mentre Letta si prepara a presentare quel "patto di coalizione" (con i punti dell'azione di Governo e alcune scelte vincolanti per il prosieguo della sua reggenza) che da tempo gli chiedono gli azionisti dell'esecutivo. E che il Presidente del Consiglio accetti di farsi da parte senza fiatare è del tutto fuori discussione. Non fosse altro perché Letta continua a ritenere positiva la sua esperienza a Palazzo Chigi e si considera completamente estraneo alle incertezze su alcune scelte strategiche, rimandando la responsabilità alle turbolenze parlamentari della maggioranza che lo sostiene.
Insomma, alla staffetta si arriverà non senza spargimenti di sangue. Anche in considerazione dei tanti interrogativi che l'insediamento di Renzi a Palazzo Chigi porta con se. Proviamo a riassumerli (senza pretesa alcuna di esaustività):
- Quale scadenza e quali obiettivi? È così scontato che il Paese regga "il terzo governo consecutivo" non "scelto direttamente dai cittadini" attraverso il voto? (Ovviamente è del tutto superfluo ricordare che si tratterebbe in ogni caso di un Governo legittimo)
- Con quale squadra (tecnici, politici, fedelissimi) e secondo quale logica?
- Come reagirà Ncd di fronte ad un inevitabile ridimensionamento?
- Che ruolo avrà Berlusconi (come cambierà l'atteggiamento di Forza Italia)?
- Come reagirà la minoranza del Pd?
- Se il voto delle Europee "bocciasse" questo esperimento si tornerebbe al punto di partenza?
- Che ruolo immagina Renzi per Letta?
- E se saltasse la legge elettorale?