La squadra di ministri del governo Draghi: tra tecnici e politici, la trattativa è ancora aperta
La squadra del governo Draghi è tutt'altro che decisa, o almeno così sembra. Il totoministri continua a occupare le pagine dei giornali, perché – di fatto – non si sa ancora se ci sarà una trattativa vera e propria, se deciderà direttamente il presidente incaricato, se verranno rispettati gli equilibri del Parlamento, quali partiti entreranno realmente in maggioranza e cosa vorranno per sostenere il governo. Lo scenario più accreditato è quello in cui Draghi nominerà dei tecnici ai ministeri più importanti, spartendo poi gli altri posti in base alla rilevanza politica dei gruppi parlamentari. Ci sono nomi che sembrano già scritti, altri invece sono tutti da decidere.
Alcuni ministri della squadra di governo saranno tecnici. Il secondo giro di consultazioni è iniziato ieri, e i gruppi parlamentari che hanno incontrato Draghi hanno detto di non aver parlato con lui di nomi. Bisognerà vedere se anche oggi, che arrivato i partiti più grandi, sarà così. Se è vero che il presidente incaricato si è concentrato soprattutto sul programma del governo, è anche vero che un'idea di massima su come costruire la squadra c'è: tra i tecnici ci sarà quasi certamente Marta Cartabia alla Giustizia, uno dei ministeri più divisivi tra le forze che dovrebbero sostenere il governo; ma anche Daniele Franco, dg di Bankitalia in bilico tra il Tesoro e il posto da sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Luciana Lamorgese andrebbe verso la conferma, agli Esteri sarebbe in pole la segretaria generale della Farnesina Elisabetta Belloni. Anche l'Istruzione dovrebbe finire in mano a un tecnico: da Antonella Polimeni, rettrice della Sapienza di Roma, a Patrizio Bianchi e Cristina Messa.
Tra i ministri politici la partita è ancora apertissima. Il Movimento 5 Stelle continua a puntare agli Esteri con Luigi Di Maio e a proporre l'uscente Stefano Patuanelli. La Lega risponde con Giancarlo Giorgetti a un ministero di spesa – Mise o Infrastrutture – e Matteo Salvini che vuole Difesa o Agricoltura. Il Partito Democratico vorrebbe piazzare il trio Orlando, Franceschini e Guerini, per rappresentare tutte le correnti interne, ma anche Zingaretti ci sta pensando seriamente nelle ultime ore. Forza Italia punta su Antonio Tajani, mentre dal Centro vorrebbero vedere riconosciuto qualche ruolo, magari a Calenda e Della Vedova.