La spending review è legge: via libera dalla Camera
Ancora un voto di fiducia, ancora un procedimento per decreto legge: la prassi operativa del Governo Monti continua anche sulla spending review. Dopo che "il ministro dell'economia e delle finanze, Vittorio Umberto Grilli, ha posto, a nome del Governo, la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del provvedimento nel testo della Commissione identico a quello approvato dal Senato", l'assemblea di Montecitorio ha votato ad ampia maggioranza secondo le indicazioni della vigilia. Il testo sulla revisione della spesa, fortemente voluta dal Presidente del Consiglio e coordinata dal super commissario Enrico Bondi, è dunque legge, dopo il via libera ricevuto anche dal Senato.
Un voto, ottenuto dal Governo nonostante la dura contestazione delle categorie del pubblico impiego di Cgil e Uil (che hanno dato vita ad un flash mob all'esterno di Montecitorio) e malgrado le tante perplessità del mondo politico su quelli che "sembrano più tagli ineari che revisioni di spesa". Perplessità che sono emerse dal dibattito e dalle dichiarazioni di voto, anche da parte della maggioranza che sostiene il governo. Baretta del Partito Democratico ha ribadito ad esempio che "il voto convinto e rafforzato dall'impegno che confermiamo nei confronti del Governo" non è slegato dalla necessità di migliorare alcuni aspetti delle politiche dell'esecutivo, in particolare per quel che riguarda la crescita, la ricerca, la formazione e lo sviluppo. Lupi, che ha parlato a nome del Popolo della Libertà (non risparmiando una stoccata a Monti per le dichiarazioni al WSJ), ha invece ribadito la necessità di evitare l'aumento di due punti dell'IVA ("il primo motivo per cui noi appoggiamo questo provvedimento"), nonché di correggere alcune misure inizialmente impostate dall'esecutivo, tramite la razionalizzazione della spesa pubblica e il contenimento "dell'inconcepibile pressione fiscale".