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La Sicilia ha i numeri da zona gialla, la Sardegna (ancora) no

La Sicilia da ieri ha ufficialmente raggiunto i numeri da zona gialla: ha ormai raggiunto il tasso di occupazione delle terapie intensive e dei posti letti ordinari necessario a far scattare il passaggio di fascia, dal prossimo lunedì. La Sardegna invece, pur avendo un’incidenza di casi settimanali ogni 100mila abitanti superiore a 147, non rischia di essere ‘declassata’ con il prossimo monitoraggio.
A cura di Annalisa Cangemi
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La Sicilia da ieri ha numeri da zona gialla. L'isola rischia di dover abbandonare la fascia bianca già dal prossimo lunedì, 23 agosto, dopo il consueto monitoraggio settimanale dell'Iss e del ministero della Salute. Il tasso di occupazione delle terapie intensive e dei reparti ordinari ha superato i livelli consentiti per rimanere in zona bianca: in base ai monitoraggi Agenas, infatti, ha raggiunto il 10% (+1%) di occupazione delle rianimazioni, soglia massima prevista dai nuovi parametri. Fa registrare inoltre un aumento dell'1% anche per le aree mediche non critiche, con una percentuale di occupazione del 17%, quindi oltre il limite del 15%. Per far scattare il giallo poi bisogna superare i 50 casi settimanali per centomila abitanti, e la Sicilia, stando agli ultimi dati è a 140,16.

Salvo sorprese dell'ultima ora, come un aumento corposo di posti letti in terapia intensiva o nei reparti ordinari, la Sicilia sarà quindi la prima Regione italiana a tornare in fascia gialla.

L'altra Regione ‘candidata' a entrare in fascia gialla è la Sardegna, ma qui la situazione ospedali, oltre che l'incidenza – per passare in giallo bisogna appunto anche superare la soglia di 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti e in sardegna – è migliore che in Sicilia. Se consideriamo invece il parametro dell'incidenza – per passare in giallo bisogna appunto anche superare la soglia di 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti – in Sardegna siamo a 148 casi ogni 100mila abitanti, il dato più alto in Italia.

Ma la Sardegna ha in realtà il 9% di intensive occupate (-2%), e torna quindi sotto la soglia di rischio grazie ai 4 ricoverati in meno di ieri, mentre i ricoveri ordinari sono al 10% (+1%), comunque ancora distanti dalla soglia del 15%. Bisognerà sicuramente attendere i dati dei prossimi giorni.

"Attualmente, per la Sardegna non c'è rischio di zona gialla, perché sono diminuiti anche i posti occupati in terapia intensiva e adesso abbiamo due parametri su tre sotto la soglia", ha detto l'assessore regionale della Sanitò Mario Nieddu, contattato dall'Agi, a proposito di un'eventuale ‘retrocessione' della Regione in zona gialla.
Rispondendo a una domanda sull'ipotesi di un piano dell'isola per incrementare il numero dei posti letto in caso di necessità, l'assessore chiarisce che "su questo aspetto si sta creando un grosso equivoco": "Non stiamo attivando altri posti. Il conteggio delle percentuali di occupazione dei posti letto, sia in terapia intensiva che per la degenza in area medica non critica, si fa sui posti che sono già stabiliti e attivi. Non è che la conversione di posti di area medica a posti Covid cambi qualcosa. Non cambia nulla, perché quelli che si prendono in considerazione sono i posti totali. La comunicazione, tra l'altro, si fa mensilmente. Questo significa che fino al 25 agosto non possiamo modificare alcun parametro e il conteggio viene fatto sui posti che avevano già comunicato il mese scorso". Nieddu ha annunciato comunque che la prossima settimana sarà comunicata l'attivazione di nuovi posti in terapia intensiva.

Quali Regioni rischiano di passare in giallo

Per quanto riguarda le altre Regioni il quadro è in peggioramento in 8 territori. In particolare preoccupa il balzo della Calabria. che tocca il 7% (+3%) e si attesta al 14% per le aree mediche. Con questo trend potrebbe rischiare di finire in giallo dal 30 agosto.Anche il tasso di occupazione delle rianimazioni in Toscana è in crescita, al 7% (+1%).

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