La Sicilia è senza soldi: in ritardo gli stipendi dei deputati, che insorgono

Semmai qualcuno non lo avesse ancora capito, la Sicilia è sull'orlo della bancarotta. Secondo i beninformati (Il Sole 24 Ore) nella casse della Regione sono rimasti appena 3 milioni di euro, troppo pochi anche per pagare, nei tempi standard, gli stipendi dei membri dell’Assemblea siciliana. Né i 13mila euro al mese per i 90 deputati del parlamento siciliano, né quelli necessari ai 293 dipendenti, alcuni dei quali come consiglieri guadagnano circa 10mila euro al mese. Il problema, sembra quasi superfluo ricordarlo, è quella famosa crisi di liquidità, che il Governatore Lombardo si è affrettato a smentire e per la quale sarebbe già pronto un piano "lacrime e sangue".
Ovviamente il presidente del Parlamento siciliano, Francesco Cascio, sulla questione si è già fatto sentire. E' vero che i ritardi sono collegati «alle più complessive difficoltà economiche», ma nonostante ciò non può non accusare l’assessore all’Economia Gaetano Armao, reo di trattare i deputati «come un qualunque fornitore o una società partecipata». Insomma, quasi a dire: noi siamo parlamentari e questi soldi ce li meritiamo più di ogni altro lavoratore! C'è anche chi come Totò Cordaro, vicecapogruppo del Pid, difende a spada tratta la Casta parlamentare e afferma che è incomprensibile che «gli assessori, non eletti, ricevano puntualmente gli stipendi e le loro indennità e i parlamentari no».
Eppure nel parlamento siciliano c'è anche qualche voce fuori dal coro, come il capogruppo del Pid, Rudy Maira, che fa notare che tutti quei dipendenti che «vivono di stipendio» andrebbero pagati prima dei deputati. Maira lo ha detto prima di entrare in aula per le sedute all’Assemblea, che andranno avanti a oltranza fino al 31 luglio – giorno delle attesissime dimissioni di Lombardo – nel tentativo di approvare provvedimenti per ridurre la spesa.
In tale ottica, il responsabile Economia del Pd siciliano, l'ex assessore al Bilancio Franco Piro, preme affinché la spesa dell'Ars sia parametrata, a partire dalla prossima legislatura, su 70 onorevoli, con un risparmio che secondo le sue stime si aggirerebbe intorno al 40%. Il rischio però è che non ci sia il tempo, da qui alle elezioni per eleggere il nuovo Governatore del prossimo 28 e 29 ottobre, perché la misura passi anche alla Camera. «Ma anche in questo caso – spiega Piro – si potrebbe intervenire con la riduzione delle indennità e delle spese per il personale. Sarebbe un bel segnale».