La sconfitta di Gentiloni è anche quella di Renzi?
Qualche giorno fa, parimenti ai rutelliani e veltroniani, Matteo Renzi aveva appoggiato la candidatura a sindaco di Gentiloni, in contrapposizione a quanto il resto del partito avesse fatto a beneficio di Sassoli, oppure del vincitore Ignazio Marino. Nessuno aveva presunto che ci fosse la concreta possibilità di una rimonta di Gentiloni, rispetto a colui ch era già il favorito, eppure in molti avevano creduto che ci fosse il margine di una manifestazione forte di partecipazione da parte del popolo renziano, che avrebbe potuto cogliere questo trampolino come un mezzo per legittimare il seguito del sindaco di Firenze.
Nonostante la sconfitta quasi accertata in virtù degli Exit Poll, Gentiloni ha accolto con molto piacere l'appoggio di Matteo Renzi. Ci si chiede se la sconfitta di Gentiloni possa realmente significare, in veste traslata, un sintomo di sfiducia verso il sindaco, che in questo momento necessita come l'aria di approvazioni e di consenso, seppur apparente. Con un intervento televisivo, il geniale Renzi ha fatto diventare le primarie di Roma una sorta di direttivo nazionale del Pd. Che potessero, queste primarie, consistere in un dato importante anche in relazione a quale strada debba realmente imboccare il Pd nel nuovo corso che si appresta ad affrontare, è pressoché certo. Bisogna chiaramente capire, d'altronde, che il dato di consenso venuto fuori da questa contesa locale era di sicuro già condizionato da un risultato abbastanza prevedibile.