video suggerito
video suggerito

La sanità è un bene di lusso, le famiglie italiane pagano 40 miliardi di euro all’anno per curarsi

Il nuovo rapporto del Centro per la ricerca economica applicata in sanità ha sottolineato che la spesa privata per le cure in Italia ha raggiunto i 40,1 miliardi di euro. A subire le conseguenze sono soprattutto le famiglie meno abbienti. Mancano personale e fondi pubblici, mentre la popolazione continua a invecchiare.
A cura di Luca Pons
29 CONDIVISIONI
Immagine

La sanità "si comporta come un bene di lusso", ovvero "la sua quota nei consumi aumenta al crescere del reddito disponibile". Insomma, chi è più benestante e può permetterselo spende di più per la sanità, anche privata, mentre chi ha un reddito più basso deve limitare le spese per curarsi, in alcuni casi anche rinunciando. Intanto, manca moltissimo personale al servizio sanitario nazionale per arrivare sui livelli dei grandi Paesi europei (o anche ai livelli dell'Italia di vent'anni fa), e i finanziamenti pubblici non sono sufficienti. Questo è il quadro che emerge dal nuovo rapporto sanità del Crea, il Centro per la ricerca economica applicata in sanità.

Quanto spendono gli italiani per curarsi e quanti devono rinunciare

Nel 2022, gli italiani hanno speso 40,1 miliardi di euro per la sanità. Una somma che include farmaci, prestazioni specialistiche, ricoveri, esami, protesi e attrezzature sanitarie. Si tratta di una cifra che, al di là della pandemia, sta aumentando in modo costante: +0,6% in media ogni anno negli ultimi cinque anni. Ad avere la più alta parte di spesa privata sono il Trentino-Alto Adige con il 21% e la Lombardia con il 19,7%. All'ultimo posto, invece, c'è la Sicilia con l'1%. Mettendolo in termini più concreti, in media ogni famiglia spende 1.290 euro all'anno per la sanità (un dato risalente al 2021, prima della forte inflazione).

Il fenomeno comunque è molto diffuso: riguarda il 75,9% delle famiglie italiane, anche in questo caso una quota in aumento rispetto al 2021. Come si diceva, la sanità si comporta come un bene di lusso. Così, tra le famiglie più benestanti è più alta la percentuale di chi ricorre a spese sanitarie private (tra l'82% e l'85%), mentre tra quelle meno abbienti è più bassa (il 59%).

La conseguenza è più pesante per chi ha un reddito più basso. Nel 2021, quasi quattro milioni di famiglie hanno dichiarato di aver ridotto le proprie spese sanitarie per motivi economici. Tra queste, 1,2 milioni di famiglie ha rinunciato alle spese sanitarie perché non poteva permettersele. Anche il fenomeno delle rinunce è in aumento, rispetto al periodo pre-pandemia. E, come conferma il rapporto, colpisce le famiglie meno abbienti: il 10,5% delle famiglie più povere, contro l'1,6% di quelle più ricche.

In Italia, "l’onere lasciato a carico delle famiglie per l’assistenza sanitaria è tendenzialmente maggiore che negli altri Paesi" europei, si legge nel rapporto". I finanziamenti pubblici coprono appena il 76% delle spese sanitarie, contro l'81% della media dell'Ue.

Mancano 900mila medici, infermieri e oss

Un altro dato riportato nel rapporto è che l'Italia ha un numero decisamente troppo basso di medici, infermieri e operatori sociosanitari. Per arrivare ad avere un rapporto tra popolazione over 75 e personale sanitario più simile a quello dei grandi Paesi dell'Unione europea, servirebbero circa 900mila nuove assunzioni.

Infatti, negli ultimi anni l'invecchiamento della popolazione non si è fermato, la natalità ha continuato a calare, e così la situazione è peggiorata. Se si guarda al numero di medici per ogni mille abitanti over 75, questo è passato da 42,3 nel 2003 a 34,6 nel 2021. Solo per ritornare a quel livello, servirebbero 54mila unità di personale medico in più. Considerando Germania e Regno Unito, questi hanno una media di 297 unità di personale (medici, infermieri e oss) ogni mille over 75. Per raggiungere questo livello, servirebbero 901mila assunzioni. Per arrivare allo stesso livello allargando agli over 65, invece, ne ‘basterebbero' 243mila.

Il personale sanitario è sottopagato, molti vanno all'estero o nel privato

La carenza di personale è peggiorata dal fatto che oggi lo stipendio dei medici, a parità di potere d'acquisto, è più basso del 79% rispetto alla Germania e del 40% rispetto al Regno Unito. Lo stesso discorso si applica agli infermieri (-56% e -20%).

Così, molti giovani preferiscono andare all'estero (circa 1.100 all'anno) oppure lavorare a gettone, e sempre meno persone si avvicinano alla professione, soprattutto per quanto riguarda gli infermieri. In più, circa 3mila medici passano dal pubblico al privato ogni anno. Senza tenere conto del numero di pensionamenti: 14mila medici di medicina generale entro il 2025, contro appena 10mila nuovi ingressi previsti nel frattempo.

Il quadro non potrà certo migliorare nei prossimi anni, quando l'invecchiamento della popolazione proseguirà. Entro il 2032, secondo l'Istat, l'età media in Italia sarà di 48 anni (contro i 46 anni del 2022). Il tasso di natalità è già oggi il più passo in Europa. Dieci anni fa, c'erano 4,1 giovani per ogni anziano, mentre oggi sono 3,3 giovani.

Quanti fondi pubblici servono alla sanità

In questa situazione, il dibattito politico si concentra spesso sui fondi pubblici alla sanità. Dal 2018 al 2023, il Fondo sanitario nazionale è cresciuto di 15,5 miliardi di euro, ma considerando l'inflazione in realtà c'è stato un taglio di circa 3 miliardi di euro. Negli ultimi venticinque anni, la differenza tra l'Italia e gli altri principali Paesi europei (quelli entrati nell'Ue prima del 1995) si è allargata: la spesa pro capite era più bassa del 25%, mentre oggi è più bassa del 44%. Il motivo però non è solo l'inefficacia delle politica: in questo periodo, "la spesa sanitaria del Paese, anche se è cresciuta meno che negli altri Paesi, è cresciuta più del Pil".

Considerando la spesa sanitaria pro-capite, e anche il Pil pro-capite, l'Italia per arrivare al livello degli altri Paesi dovrebbe investire una cifra enorme; circa 15 miliardi di euro all'anno. Una somma che nel breve periodo è impossibile da raggiungere, e che comunque anche quando arrivasse "lascerebbe la nostra spesa sanitaria del -34,3% inferiore a quella media dei Paesi EU-Ante 1995".

29 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views