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La Russa dice di essere antifascista solo “se è un no deciso a dittatura e nostalgismo”

Il presidente del Senato La Russa ha detto che, se con quella parola “si intende un no deciso alla dittatura e al nostalgismo”, allora sì, si sente antifascista.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Alla fine Ignazio La Russa si è definito antifascista, seppur con qualche se e ma. In chiusura di giornata, dopo il telegiornale, il presidente del Senato è intervenuto a Cinque minuti su Rai Uno. Tema, ovviamente, il 25 aprile. La Festa della Liberazione dal nazifascismo. Una giornata di tensione, storicamente, per la destra italiana. Soprattutto per La Russa, che nei primi sei mesi da seconda carica dello Stato ha inanellato una serie di polemiche da record: i busti del duce e la storia di Via Rasella, per citarne due. Nell'ultima settimana, prima ha detto che l'antifascismo non è nella Costituzione italiana, poi ha deciso di festeggiare il 25 aprile volando a Praga per omaggiare un martire della lotta contro il comunismo.

Bruno Vespa chiede direttamente a La Russa: "Lei si sente antifascista?". Il presidente del Senato risponde così: "Dipende dal significato che si dà alla parola antifascista. Già durante resistenza c'erano antifascisti bianchi, cattolici e rossi. Poi c'è stato l'antifascismo militante degli anni settanta. In quel senso è difficile dare una risposta, ma se intende un no deciso alla dittatura e al nostalgismo allora sì".

Il presidente del Senato se la prende con chi "ha sempre avuto la tentazione di usare l'antifascismo più per fini strumentali che per giustificata memoria di quello che fu". Tornando alla questione dell'antifascismo nella Carta Costituzionale, invece, La Russa precisa: "Non vi può essere dubbio che senza la caduta del fascismo la Costituzione non sarebbe nata. Benché la parola antifascismo non ci sia i valori dell'antifascismo sono nella prima parte della Costituzione".

La Russa ribadisce che bisogna superare tutte le dittature del secolo scorso, e ammette che "la resistenza è nata lì" dove caddero i partigiani. Ma dice anche: "A Fiuggi, tanti anni fa, lo abbiamo detto chiaramente, i conti li abbiamo fatti. Non c'è bisogno di rispolverarlo come una novità". Poi "non bisogna dimenticare il peso che ebbero gli alleati nel ritorno in Italia della libertà e della democrazia".

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