La Russa dice che ascoltare le opposizioni sul premierato ha peggiorato la riforma
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La madre di tutte le riforme, per citare Giorgia Meloni, non piace al presidente del Senato, Ignazio La Russa. Non è una novità assoluta, anzi. Già nelle scorse settimane, il fedelissimo della presidente del Consiglio e fondatore – insieme a lei – di Fratelli d'Italia non aveva risparmiato critiche alla riforma sul premierato targata Casellati. Se in passato La Russa aveva attaccato il testo nel merito, esprimendo contrarietà al passaggio anti-ribaltone, oggi è tornato a farlo sul metodo. E lo ha fatto davanti alla diretta interessata, tra l'altro, la ministra delle Riforme che ha partecipato insieme a lui a un confronto ad hoc sul premierato durante la kermesse di Fratelli d'Italia a Roma, Atreju.
"Migliorabile, sicuramente. Nulla non è migliorabile – ha detto La Russa parlando del testo – Anzi, averlo voluto rendere accettabile da un maggior numero di forze politiche non lo ha migliorato, forse lo ha peggiorato". E sulle critiche esterne ha aggiunto: "Qualunque forma trovi non piacerà, ci sarà sempre un gap". Per il presidente del Senato, l'approvazione con il voto dei due terzi dell'Assemblea – che permetterebbe di scongiurare l'ipotesi referendum – è una "speranza vana". Poi ha attaccato: "Neanche se avessimo riscritto la Costituzione del Pci sovietico ci avrebbero mai dato ragione. Nessuna riforma passerà mai con i voti della gran parte delle opposizioni, allora tanto vale farla bene".
"In fase di discussione se ci sarà qualcosa che si vorrà modificare, si modificherà – si è difesa la ministra Casellati – L'importante è che sia sintonica con l'impianto di questo progetto. Siamo aperti, a condizione che il dialogo non diventi un monologo. Non è che per andare d'accordo bisogna dire sì a tutto. Sennò sarà una riforma a colpi di minoranza e non di maggioranza". Poi ha aggiunto: "Unico punto non discutibile della riforma è l'elezione diretta, perché per troppo tempo abbiamo assistito a una successione di governi tecnici e policromi e quindi i cittadini giustamente si sono allontanati ritenendo che il loro voto finisse nel cestino".