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backstair / Gioventù Meloniana: inchiesta su giovani di FdI

La Russa attacca l’inchiesta di Fanpage: per essere “più credibile” doveva riguardare anche la sinistra

L’infiltrazione sotto copertura di Fanpage.it avrebbe dovuto essere “a 360 gradi”, e non riguardare solo Gioventù nazionale (l’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia): così avrebbe avuto “più credibilità”. A dirlo è stato il presidente del Senato Ignazio La Russa, ripetendo un’accusa già lanciata da altri esponenti della destra.
A cura di Luca Pons
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Il presidente del Senato Ignazio La Russa, rispondendo alle domande della stampa durante la tradizionale cerimonia del Ventaglio, ha parlato anche dell'inchiesta di Fanpage.it Gioventù Meloniana, che con l'infiltrazione di una giornalista sotto copertura ha rivelato le attività dell'ala giovanile di Fratelli d'Italia, Gioventù nazionale. La Russa ha condannato ciò che emerso, in particolare le dichiarazioni antisemite dei giovani – in alcuni casi anche con ruoli dirigenziali – dell'organizzazione. Ma non ha risparmiato una critica quando si è parlato del metodo dell'inchiesta: "Il giornalismo d’inchiesta è sempre esistito. Anche l’inserimento subdolo, diciamo così, mascherato, fa parte della professione. Mi piacerebbe solo che fosse a 360 gradi. Darebbe maggiore credibilità a questo tipo di inchiesta".

Riprendendo una critica che è stata proposta da numerosi esponenti della destra – in molti casi arrivando a chiedere che Fanpage.it si infiltrasse anche "nei centri sociali", per qualche motivo – il presidente del Senato ha quindi suggerito che l'inchiesta manchi di "credibilità" perché l'indagine sotto copertura non ha riguardato l'intero spettro politico. Un ragionamento poco chiaro: non si capisce, infatti, perché prima di riportare che nell'organizzazione giovanile di Fratelli d'Italia si facevano cori fascisti, si gridavano ‘Sieg Heil' e si facevano saluti romani, oltre a scambiare frasi e messaggi omofobi, razzisti e antisemiti, sarebbe stato necessario partecipare per mesi alle riunioni dei giovani aderenti a tutti i partiti italiani. Fermo restando che, poiché si tratta di una tecnica giornalistica diffusa in tutto il mondo – e non di un "metodo da regime", come aveva dichiarato Giorgia Meloni appellandosi persino al presidente della Repubblica -, qualunque giornalista è libero di portare avanti un'indagine su qualunque partito.

La Russa ha parlato anche del contenuto dell'inchiesta, mescolandolo con la recente notizia dell'aggressione ai danni di un giornalista avvenuta davanti a un circolo di CasaPound: "Prima di tutto la condanna senza se e senza ma a ogni ipotesi di violenza – senza infingimenti da parte mia, c’è, c’è stata e ci sarà sempre", ha detto, aggiungendo, "in questo caso non si parla di violenza ma di dichiarazioni, parliamo di Gioventù nazionale, ma accomunavo ad altre vicende di questo periodo".

Poi è tornato a parlare del caso specifico: "Mi spiace che le dichiarazioni di Gioventù nazionale abbiano coperto la sincera e cristallina capacità di passione politica che riscontro nella stragrande maggioranza dei giovani che fanno politica con Fratelli d’Italia". Per poi insistere sul punto: "Oggi che la politica fatica a esser una passione per i giovani, a quelli che la sanno svolgere nella maniera corretta – quella indicata da Giorgia Meloni, da tutti i partiti che si sono espressi su quella vicenda… mi dispiace. Ho rimproverato e condannato quel tipo di dichiarazioni".

La Russa non è sceso nei dettagli: parlando semplicemente di "dichiarazioni" non ha fatto esplicito riferimento ai cori di impronta neofascista, alle commemorazioni con il saluto romano, né ad alcun passaggio nello specifico. Ha poi concluso rispondendo a una domanda sulle durissime dichiarazioni della senatrice a vita Liliana Segre, che è arrivata a chiedersi se sarà ancora una volta cacciata dal proprio Paese.

"La signora Liliana Segre ha espresso parole molto amare, che mi hanno colpito. Credo di poterle dire che non c’è timore che lei possa avere nel cuore rispetto al modo in cui l’Italia nel suo complesso reagisce di fronte a ogni ipotesi di antisemitismo", ha detto il presidente del Senato: "Se ci fosse bisogno metterei il mio petto davanti a lei e la difenderei in prima linea, ma non ce ne sarà bisogno".

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